Italia sotto inchiesta, pubblicato da Meltemi Editore, è un libro da leggere tutto d’un fiato. Dalla prima all’ultima pagina. Un viaggio lungo lo Stivale, illuminando le zone grigie e gli angoli bui della nostra società.
Quasi un mese. Una lunga attesa. Ma sicuramente ne è valsa la pena. Italia sotto inchiesta, pubblicato da Meltemi Editore, è un libro da leggere tutto d’un fiato. Dalla prima all’ultima pagina. Un viaggio lungo lo Stivale, illuminando le zone grigie e gli angoli bui della nostra società. Un primo dato colpisce, o almeno dovrebbe. Gli autori sono tutti giovani, poco più che trentenni o al massimo poco più che quarantenni. Un dato che dona speranza, che fa capire che in questa società non tutto è perduto. Mentre per anni ci hanno ripetuto il mantra di ogni colpevolezza e nefandezza di una gioventù amorfa, senza slanci, che “non fa nulla”, incapace, ragazze e ragazzi hanno scelto la loro strada. Una strada impervia, difficile, coraggiosa. Ma ben battuta. Sono giovani che si sono guardati intorno, si sono interrogati e non sono rimasti in silenzio. Mentre gli adulti con un dito puntano inquisitori sulla generazione successiva, e con un altro impongono troppo spesso silenzio, omertà, connivenza, servilismo e vigliaccheria di fronte al potente e al prepotente di turno. E dona speranza (mi si scusi il breve accenno anche autobiografico) a tutti noi che una strada non l’abbiamo ancora trovata, che ci barcameniamo cercando di capire come donare il proprio contributo ad una società più giusta e libera, a non rimanere in silenzio e trovare gli strumenti per tenere sempre alta la testa e non considerare la schiena dritta solo una questione ortopedica. Certamente anche per errori e sbagliate valutazioni personali, per mancanza di intuito e bravura. Ma anche perché non aiutati dal mondo che ci circonda, dal piccolo mondo borghese nel quale si è stranieri anche se si è nati e si vive quotidianamente nel suo ventre.