Il Misery Index Confcommercio sale a quota 17,6 punti, quattro decimi di punto in più rispetto a febbraio. La disoccupazione estesa rimane stabile al 13,4%, mentre i prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto aumentano dello 0,8%.
Nel marzo scorso il Misery Index Confcommercio ha toccato quota 17,6 punti, quattro decimi di punto in più rispetto a febbraio, per effetto di uj aumento dei prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto e di una stabilità della disoccupazione estesa. Nonostante il peggioramento, l’area del disagio sociale resta ad uno dei livelli più bassi degli ultimi anni e si inserisce in un contesto nel quale la ripresa sembra aver perso slancio, mentre i principali indicatori congiunturali evidenziano segnali tra loro contrastanti. In questa situazione, sottlinea l’Ufficio Studi di Confcommercio, “è difficile ipotizzare, nel breve periodo, una dinamica occupazionale atta a favorire una riduzione significativa della disoccupazione, confermando le difficoltà già emerse negli ultimi mesi in cui sono state le variazioni rilevate sul versante dei prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto a condizionare l’andamento del MIC”.