Il cambio di casacca di Lucy Fenech, da capogruppo di Cambiamo Messina dal basso in consiglio comunale, a candidata nella lista di Antonio Saitta nel progetto Pd riporta alla ribalta il concetto di squadra, lealtà, coerenza.
E ancora. Gruppo, coalizione, fedeltà. In politica la coerenza è un valore non richiesto, purtroppo e questo spiega perché non possiamo dirci sorpresi per l’ennesimo salto della quaglia.
Partiti e movimenti si palleggiano per tempo la preparazione delle liste e la selezione dei candidati, salvo poi turarsi il naso o far finta di non sapere se questo o quel candidato ha un procedimento in corso (ne vedo molti in lista) oppure un conflitto d’interessi che consiglierebbe di farne a meno. Epperò i voti son voti e soprattutto, per taluni, non puzzano al momento dello spoglio.
Ovviamente la fuga della Fenech nulla a che vedere con problemi di giustizia e di conflitti d’affari. La sua emigrazione ad altro progetto politico dipende da una non visione comune con il rivoluzionario Accorinti. Questa la motivazione ufficiale. Sarà poi vero?
E’ la politica messinese, bellezza.
Ormai i meccanismi e i comportamenti sono rodati, come anche gli equilibri fra il pubblico ed il privato: nel senso che ogni gruppo politico si gestisce come le pare le sue crisi d’amore. Casomai si litiga dopo, se il bilancio è in rosso. Sarà questo il motivo del divorzio? Un copione prevedibile, quasi scontato. Mah!
Poi ci sono le “squadre” all’interno delle varie coalizioni, nel senso di diversi punti di vista, quando non ci sono anche diverse logiche all’interno dello stesso partito. Qui la Messina delle signorie, che tanto angustiava il sindaco Peppino Buzzanca al momento delle scelte dei candidati e poi degli stessi incarichi da assegnare, snocciola una delle sue più intense rappresentazioni. Si pensi al varo della riqualificazione urbana: quanto business si nasconde dietro al waterfront?
Si pensi alla salute, dove Policlinico universitario, IRCCS Neurolesi – Piemonte e Papardo sono alla resa dei conti mentre la gente chiede a voce alta garanzie per gli ammalati. Eppure la politica fa squadra oggi con un gruppo, domani con l’altro. Ci sono magari le polemiche segrete, compresse, ovattate. Non vengono pubblicizzate, forse è meglio così. Ci sono polemiche e polemiche. Ci sono le polemiche che in realtà sono lo sfogo di situazioni precedenti, ci sono quelle nate sul posto di lavoro. Ci sono quelle in embrione, scoppieranno poi.
Purtroppo spesso la gente si interessa, quasi si appassiona alle polemiche, trascurando l’obiettivo: amministrare al meglio la città. Ma poi, cosa è una piccola quota d’interesse privato nel gestire la cosa pubblica? Un caso o qualcosa su cui riflettere?