Media & Italia: quali reazioni suscita in voi?

Facciamo un piccolo esperimento. Ipotizziamo di acquistare un quotidiano e leggere sulla prima pagina il seguente titolo: “Travolto al semaforo da un ebreo in fuga”.

 

Quali reazioni susciterebbe in voi? Sarebbe giustamente accolto come incomprensibile e ributtante, non solo dalla comunità ebraica, ma si spera anche dalla unanimità dei lettori di qualsiasi etnia, religione, nazionalità, cultura. Quale altro significato può infatti avere l’appartenenza etnoreligiosa su una notizia del genere (e addirittura nel titolo in prima pagina), se non quella di volerla associare negativamente ad una condotta criminale?

 

Eppure un tempo questo genere di titoli li si leggevano spesso. Nell’Italia delle leggi razziali, difficilmente si trovavano titoli del tipo: “Travolto al semaforo da un ariano in fuga”. Allo storico, ma anche a qualunque lettore privo di pregiudizi, apparirebbe indubbio l’intento di quel quotidiano di far cassa sull’indignazione, sulla rabbia, sulle paure e sugli stereotipi verso uno specifico gruppo che il “popolo” di allora e i suoi rappresentanti politici avevano individuato come nemico. Gli ebrei, appunto.

 

Usciamo dall’esperimento e torniamo alla realtà. Oggi, 11 giugno 2018, leggiamo questo titolo sulla prima pagina di uno dei maggiori quotidiani nazionali: “Travolto al semaforo da un rom in fuga”. Quali reazioni suscita in voi?

 

P.S. A chi si domanda di quale quotidiano si tratta, preferisco non dirlo per non fargli ulteriore pubblicità. Temo infatti che siano ormai davvero molti i cittadini ed elettori che giustificano o condividono questo genere di retorica rivolta contro i rom, anche contro quelli che non travolgono nessuno ai semafori. Purtroppo, nulla di nuovo rispetto a ottant’anni fa ed infatti a secoli di persecuzioni che quel popolo ha subito e continua a subire in Europa.

Il quotidiano in questione si è distinto in passato per analoghe finezze. Ricordo qualche tempo fa un pezzo che denunciava il “degrado” in una piazza di Firenze, corredato da una grande foto della scalinata davanti ad una famosa chiesa. In quella foto si vedevano decine di persone bere e mangiare sui gradini. Le loro faccie erano state coperte per proteggerne la privacy. Tutte, eccetto quelle di tre magrebini.

 

Pietro Moretti, vicepresidente Aduc