“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare”.
E’ il sermone tenuto, durante il periodo nazista, dal teologo e pastore protestante tedesco, Martin Niemöller che, nel 1937, fu arrestato per ordine di Adolf Hitler e rinchiuso in campo di concentramento.
Ricordiamo tutto ciò perchè il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha proposto il censimento dei rom. Rammentiamo al ministro Salvini che il “censimento”, cioè la fotografia dell’esistente, c’è già, deve solo chiederlo agli uffici del ministero del quale è a capo. Il ministro Salvini vuole espellere i rom. Ricordiamo, sempre al ministro Salvini, che, sostanzialmente, il 50% dei rom hanno cittadinanza italiana, il 25% sono romeni, quindi europei (nella Ue esiste la libera circolazione delle persone) e il restante sono apolidi (ex Jugoslavia), quindi non possono essere espulsi.
Il censimento, così come proposto dal ministro Salvini, è incostituzionale perché non si possono fare censimenti su base etnica; glielo hanno ricordato anche i suoi colleghi ministri.
Ricordiamo al ministro Salvini che l’Italia è al terzo posto, nella classifica mondiale, per numero di poliziotti rispetto alla popolazione, dopo Russia e Turchia (dati ONU), tuttavia abbiamo mafia, camorra, ‘ndrangheta e sacra corona unita di nazionalità italiana.
I rom non sono ben visti, spesso disprezzati, considerati brutti, sporchi, cattivi e quant’altro. Evocare paure e timori, però, non serve a risolvere alcunché.
Il ministro Salvini, oltre a minacciare censimenti e a farsi fotografare alla guida di una ruspa, dovrebbe dirci cosa vuol fare.
E’ il compito di chi governa.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc