“Poco più di un contribuente su 2 (il 56%) di chi ha fatto domanda di definizione agevolata delle cartelle con importi oltre 100mila euro ha poi effettivamente aderito con un pagamento alla rottamazione”.
E’ uno dei dati sulla prima rottamazione fornito dal direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini in Commissione Finanze della Camera.
“Nel caso di debiti piccoli risulta invece una più alta adesione: sta pagando l’86% di chi aveva un debito entro i 1.000 euro e tra 1.000 e 1.0000 euro e il 77% di chi è nella fascia tra 10.000 e 50.000 euro”.
“Il ‘magazzino’ – ha spiegato Ruffini – cioè i carichi residui da riscuotere affidati prima a Equitalia poi all’Agenzia delle Entrate – dal 2000 al 2017 è di “871 miliardi” ma di questi 360,5 miliardi (oltre il 41%) è riferito a “importi difficilmente recuperabili” perché dovuti “da soggetti falliti, da persone decedute e imprese cessate o ancora da soggetti nullatenenti. Per altri 47,8 miliardi la riscossione è sospesa per l’adesione alla rottamazione o per “provvedimenti di autotutela emessi dagli enti creditori o sentenze”. Ancora, 13,7 miliardi sono oggetto di rateizzazione in corso”.
“Il 55,1% dei contribuenti – ha detto ancora – ha debiti residui fino a 1.000 euro. Il 26,6% ha crediti residui da 1.001 a 10.000 euro e l’11,3% dai 10 ai 50.000 euro. Solo il 3% ha debiti compresi tra i 50.000 e i 100.000 euro, lo 0,9% tra i 250.000 e i 500.000 euro e altrettanti oltre i 500.000 euro”.
“La prima rottamazione delle cartelle esattoriali – ha sottolineato Ruffini – potrebbe portare nelle casse dello Stato 8,2 miliardi a fronte dei 7,2 miliardi di euro previsti. L’intera misura della definizione agevolata”, prevista dal dl 193 del 2016, “si potrebbe attestare su un valore complessivo di circa 8,2 miliardi di euro a fronte dei 7,2 miliardi di euro previsti”.
“Per la rottamazione bis – ha concluso – sono arrivate all’Agenzia delle Entrate circa 950 mila istanze da circa 840mila contribuenti per oltre 4 milioni di cartelle di valore complessivo di circa 14 miliardi di euro. L’importo da pagare, al netto della quota ‘abbuonabile’, è di circa 9 miliardi. Circa un quarto dei contribuenti (23%) ha scelto di pagare in una unica rata”.