Credo che la messinesità sia una malattia dello spirito. Il #terremoto nel #1908 ha marchiato per sempre una mentalità che ha bisogno di lanciarsi verso qualche boa di salvataggio: ataviche insicurezze, liquidità senza prospettive che non consentono di coltivare serietà e rigore.
L’ultima vicenda criminale, che vede coinvolti politici, amici degli amici e imprenditori, dimostra poche qualità, assenza di visione politica e soprattutto una sorta di impunità percepita.
Nel sistema probabilistico pensare di potere farla franca nel commettere reati è come essere risucchiati in un vuoto che non consegna un orizzonte di speranza, di costruzione, di affermazione, consegnando solo occasioni per lucrare, per reggere un gioco disperato da roulette russa.
Quel colpo solo che se evitato ti fa sopravvivere. Così ci si aggrappa alla terribile legge delle probabilità per evitare di incappare nelle maglie della legge. Così la politica si azzera, diviene insignificante, sì da tradursi in momento irrilevante, laddove si sottopone al ricatto di una condizione supina ed evanescente. I fatti di Messina, che saranno accertati e definiti previo percorso processuale, meritano tutta l’attenzione di chi uomini e donne vorranno impegnarsi nel presente e in futuro per servire le istituzioni e le comunità senza pensare di poter fare fortuna in un gioco teso al massacro, ove la disonestà appartiene a chi cerca di vivere la politica senza più speranza di lasciare buona traccia di sè.
Rino Nania