Al termine della riunione del Consiglio europeo del giugno scorso, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte ha dichiarato: “Da oggi l’Italia non è più sola. Da questo Consiglio europeo esce un’Europa più responsabile e più solidale.”
Chiacchere e distintivi, potremmo dire, perché la realtà è diversa di come è stata presentata dal governo e dai media.
Vediamo.
I punti in questione sottoscritti da Conte sono:
- Le modifiche al regolamento di Dublino, che prevede come Paese ospitante quello di primo arrivo (es. Italia), possono essere approvate solo alla unanimità dei membri del Consiglio europeo.
Stante la situazione, basta che un solo membro si opponga alle modifiche, quindi, di modifiche non se ne parla.
- Il collocamento dei migranti presso altri Stati avviene solo su base volontaria, vale a dire che ci deve essere la disponibilità dei vari Stati a ricevere i migranti sbarcati in Italia. Disponibilità che non riscontriamo.
Per inciso informiamo che l’Ungheria del premier Orban ha accettato zero migranti, idem per la Repubblica Ceca alla quale il presidente Conte richiedeva l’ospitalità di almeno un (uno) migrante come gesto di buona volontà.
Il colmo della beffa si è raggiunto quando alla volontarietà dell’accoglienza dei migranti sbarcati in Italia, si è ribadito che, invece, è d’obbligo rinviare in Italia i migranti che vi siano sbarcati e, per qualche motivo, sono arrivati in altri Paesi europei.
Si veda il caso del ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer, che vuole rimandare nel nostro Paese i migranti arrivati illegalmente in Germania via Italia.
Insomma, gli accordi sottoscritti dal presidente Conte, si presume d’accordo con i vice ministri Salvini e Di Maio, vanno i direzione opposta a quanto affermato, il che significa che ci terremo i prossimi migranti e, in più, li riceveremo dagli altri paesi dell’Europa. Insomma, più immigrati in Italia,.
A margine, aggiungiamo che il numero di ingressi illegali, rilevati nell’Ue è stato ridotto del 95% dal suo picco nell’ottobre 2015 e che nel nostro Paese, a maggio scorso (governo Gentiloni), gli sbarchi sono diminuiti dell’80%.
Dunque, l’emergenza sbarchi non c’è, quel che c’è da fare è gestire i 400 mila immigrati degli anni passati e questo è compito del governo Conte. Vedremo cosa farà.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc