Ad agosto l’indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) è aumentato dello 0,4% rispetto a luglio, con variazione nulla nei confronti dello stesso mese del 2017. Per settembre l’Ufficio Studi confederale stima una variazione mensile del Pil nulla e una crescita tendenziale dello 0,6%, in forte rallentamento rispetto ai periodi precedenti.
“Le ombre sulla crescita economica sono più dense. Il temuto rallentamento dell’economia è un dato di fatto”. Così l’Ufficio Studi confederale nell’ultimo numero di “Congiuntura Confcommercio”, che non a caso stima per settembre una variazione congiunturale del Pil mensile nulla e una crescita tendenziale dello 0,6%, in forte rallentamento rispetto ai periodi precedenti. Nel complesso del terzo trimestre 2018 si stima una crescita nulla del Pil in termini congiunturali, mentre il tasso di crescita tendenziale si attesterebbe allo 0,8%.
Il consolidarsi di un quadro congiunturale sempre più incerto, in cui le prospettive a breve appaiono meno favorevoli rispetto ad alcuni mesi fa, continua a determinare da parte delle famiglie un atteggiamento molto prudente nei confronti del consumo. Ad agosto 2018 l’indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha così registrato un aumento congiunturale dello 0,4%, recuperando solo parzialmente la flessione dello 0,7% di luglio, e una variazione nulla nei confronti dello stesso mese del 2017.
L’aumento dello 0,4% è la sintesi di una crescita dello 0,1% della domanda di servizi e dello 0,6% di quella per i beni. Per quanto concerne le singole macro-funzioni di spesa, la variazione più significativa, rispetto a luglio, si è registrata per la spesa relativa ai beni e ai servizi per la casa (+3,4%). Più contenuto l’aumento della domanda per i beni e i servizi ricreativi (+0,4) e per i beni e i servizi per la mobilità (+0,3%), al cui interno si nota il miglioramento della domanda di autovetture da parte di privati. Decisamente modesta la variazione relativa alla domanda per l’abbigliamento e le calzature (+0,1%). Stabile, rispetto al mese precedente, la spesa per i beni e ai servizi per le comunicazioni e per i beni e i servizi per la cura della persona. Relativamente agli alberghi e ai pasti e le consumazioni fuori casa si registra un modesto calo (-0,1%). Per quanto riguarda gli alimentari, le bevande ed i tabacchi la diminuzione dello 0,5% rispetto a luglio conferma il permanere di una situazione di difficoltà.
Il dato dell’ultimo mese è sintesi di un’evoluzione positiva della domanda relativa ai servizi (+1,9%) e di una flessione dello 0,8% della spesa per i beni. Relativamente alle diverse funzioni di spesa l’incremento più sensibile, rispetto ad agosto del 2017, è stato quello relativo alla domanda per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa (+2,4%), segmento che si conferma come uno dei più dinamici. Più contenuta la variazione per la spesa relativa ai beni e ai servizi per le comunicazioni (+2,1%).
Aumenti moderati si sono registrati per la domanda di beni e di servizi per la mobilità (+1,2%), per i beni e i servizi ricreativi (+0,6%) e per i beni e i servizi per la cura della persona (+0,5%). Per contro, riduzioni di un certo rilievo continuano ad interessare la domanda relativa agli alimentari, le bevande ed i tabacchi (-2,2%), e all’abbigliamento e alle calzature (-1,5%). In ridimensionamento, rispetto ad agosto dello scorso anno, è risultata, infine, la spesa per i beni e i servizi per la casa (-0,6%).
Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, per il mese di settembre 2018 l’Ufficio Studi stima, rispetto ad agosto, una diminuzione dello 0,1%. Nel confronto con lo stesso mese del 2017 la variazione dei prezzi dovrebbe collocarsi a +1,9%, in aumento rispetto al dato di agosto (+1,7%).