De Luca & Consiglio comunale: State state buoni se potete…tutto il resto è vanità

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In una poesia in vernacolo si legge:

“Tempu di sciroccu, mari chi si ncazza,

Si gunchia, si ncrispa e poi si arza,

Ianchìa l’unda, china di spumazza

Pista nta rrina cu tutta la so forza”.

C’è qualcosa che mi sfugge nella dialettica tra Sindaco e Consiglio Comunale.

È semplicistico sostenere che i consiglieri comunali messinesi alzeranno bandiera bianca pur di non scollarsi dalla poltrona conquistata a suon di voti. Le panche del civico consesso non sono “memory”, consentendo/costringendo a tenere diritta la colonna vertebrale e a evitare posizioni scomode e innaturali che non permettono di dormire bene.

Tuttavia, ci sono due questioni che non comprendo.

La prima. Nel battibeccare tra il Sindaco on. De Luca e l’ex assessore -a tratti ex vice-Sindaco con delega al bilancio – prof. Signorino e nel commentare successivo sembra sfuggire sul dissesto l’ancoraggio alla normativa. Sembra quasi che la materia sia suscettibile di essere sopraffatta dalla emotività piuttosto che imperniata sulla razionalità. Questo ha condizionato ogni “operazione trasparenza” spingendo ogni scelta non tecnica-amministrativa ma – diciamo – politica nella direzione opposta … quella della opacità.

Con comunicato del 6 marzo 2018, peraltro, è stato annunciato dalla Direzione centrale della Finanza locale il varo di una banca-dati promossa dal Ministero dell’Interno e dal Dipartimento di Economia dell’Università “Ca’ Foscari” di Venezia; vi è la possibilità di consultare, per ogni Ente, la documentazione riguardante le procedure di dissesto e di riequilibrio. Insomma, la materia è ostica ma non oscura.

Anche prescindendo da ogni discernimento sulle gravi criticità che consentono di (rectius obbligano a) optare ad una delle due procedure concorsuali – rammentando che la procedura di riequilibrio pluriennale tende a evitare la dichiarazione di dissesto che, invece, apre il ricorso alla procedura di risanamento finanziario – ci si dimentica del ruolo giocato dal Ministero e dalla Corte dei Conti.

L’art. 247 del Testo Unico degli Enti Locali, in rubrica “Omissione della deliberazione di dissesto” recita:

1. Ove dalle deliberazioni dell’ente, dai bilanci di previsione, dai rendiconti o da altra fonte l’organo regionale di controllo venga a conoscenza dell’eventuale condizione di dissesto, chiede chiarimenti all’ente e motivata relazione all’organo di revisione contabile assegnando un termine, non prorogabile, di trenta giorni.

  1. Ove sia ritenuta sussistente l’ipotesi di dissesto l’organo regionale di controllo assegna al consiglio, con lettera notificata ai singoli consiglieri, un termine, non superiore a venti giorni, per la deliberazione del dissesto.
  2. Decorso infruttuosamente tale termine l’organo regionale di controllo nomina un commissario ad acta per la deliberazione dello stato di dissesto.
  3. Del provvedimento sostitutivo è data comunicazione al prefetto che inizia la procedura per lo scioglimento del consiglio dell’ente, ai sensi dell’articolo 141.”

Se ne dovrebbe arguire che la Corte dei Conti … da nessun bilancio di previsione, da nessun rendiconto, da nessuna fonte ha ritenuto sussistente l’ipotesi del dissesto.

Non è immaginabile (!?) che si sia brigato per evitare che Corte dei Conti e funzionari ministeriali si pronunciassero con chiarezza … nicchiando.

D’altronde come dimenticare che dalle relazioni dei revisori dei conti si palesassero – sempre, sempre, sempre – disallineamenti con i bilanci delle partecipate.

Criminali o fessacchiotti o concorrenti anche i giudici contabili, gli emissari delle relazioni con ministri e sottosegretari, i plenipotenziari in missione per “parare il colpo”?

Non ci credo.

La seconda. Per salvare Messina invochiamo pure i santi ma non “santiamo”.

Siamo alle prese con la relazione di inizio mandato.

Stiamo passando dal Sindaco-sceriffo al Sindaco-confidente. È una pellicola già vista. Nelle “nuove” repubbliche si pensa di salvarsi (l’anima?) entrando e uscendo dalle Procure.

Bene. Possiamo sapere sulla inversione di tendenza del fare … che fa ben sperare … a che punto siamo con l’acquisizione degli immobili per lo sbaraccamento prodomico al risanamento? Quanti immobili? Quali con manifestazione di disponibilità certa? Foglio, particella, subalterno.

Salviamo Messina dalle parole al vento e dalle paroline nell’orecchio.

 

P.S. Non so se stamane alle cinque … i consiglieri comunali hanno ricevuto la versione aggiornata del documento che dalle cronache delle testate pare sia di 370 pagine. Quanti caratteri? Vi sono molte tecniche per leggere velocemente. Vi sono anche persone, con doti straordinarie che sono capaci di fotografare con gli occhi. In consiglio comunale ci saranno molti Pico della Mirandola. Personalmente, impiego tre minuti circa a leggere una pagina. Se leggo ad alta voce … i minuti diventano cinque. Come minimo avrei avuto bisogno di 15/20 ore solo per leggere. Non parliamo di approfondire.

Giunta e consiglio saranno bravi … super-eroi.

Non bisogna cambiare i regolamenti … bisogna essere bionici.

“State state buoni se potete…tutto il resto è vanità”.

Emilio Fragale