Ai nostri governanti non è chiaro che l’Italia sta all’Europa, come un condomino al suo condominio: ci sono regole stabilite di comune accordo che vanno rispettate, altrimenti, ognuno fa quel che vuole e la convivenza diventa impossibile.
Si può evitare di vivere in condominio e cercare una sistemazione autonoma, una villa, per esempio, ma se il condomino ha debiti passati e futuri, e ha poche entrate, finisce che va a dormire sotto i ponti.
Anche l’Italia può decidere di uscire dalla Unione europea, ma ha un debito di 2300 miliardi, cambiali da pagare per i prossimi decenni, una evasione fiscale di 108 miliardi l’anno, che significa meno entrate. Una decisione in tal senso ci porterebbe al disastro, il che significa che a dormire sotto i ponti ci andiamo noi.
Se un condomino non rispetta le regole comuni, l’amministratore ha il dovere di richiamarlo, se l’Italia non rispetta i regolamenti comuni, la Commissione europea ha il dovere di richiamarla e, eventualmente, sanzionarla.
Questi elementi fondamentali di convivenza non appartengono al sentire del governo penta stellato. Ebbri del successo elettorale e sondaggistico, ritengono che le norme europee si possano violare, che rivendicare le proprie istanze contrapposte a quelle comuni sia un diritto e che se non si ottiene soddisfazione la colpa è degli altri, cioè dell’Unione europea. Tutto ciò facendo leva su un falso patriottismo, che di patriottico non ha nulla, ma che serve ad acquisire consenso, in vista delle prossime elezioni europee.
L’importante è che il popolo ci creda.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc