Terreni agricoli per un valore di 9,9 miliardi in Italia sono in mano alle amministrazioni pubbliche che hanno addirittura incrementato in valore di queste attività del 31% negli ultimi quindici anni.
E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base del report Istat sulla ricchezza non finanziaria in occasione della manovra che sta per arrivare in parlamento e che prevede anche la concessione gratuitamente terreni demaniali agricoli “per un periodo non inferiore a 20 anni ai nuclei familiari con terzo figlio nato negli anni 2019, 2020, 2021, o a società costituite da giovani imprenditori agricoli che riservano una quota societaria ai predetti nuclei familiari pari al 30 per cento”.
Considerando che il valore medio dei terreni agricoli in Italia è di 20mila euro all’ettaro, si può stimare che quasi mezzo milione di ettari di terreno agricolo sono di proprietà pubblica su un totale – riferisce la Coldiretti – di quasi 13 milioni di ettari di superfice agricola utilizzata in Italia. Si tratta spesso – continua Coldiretti – di terre fertili anche di grandi dimensioni ma il più delle volte sottoutilizzate, in quanto prive di una conduzione imprenditoriale capace di valorizzarli adeguatamente, con idee e soluzioni che guardano al mercato.
L’affidamento di questi terreni agli agricoltori – sostiene la Coldiretti – toglierebbe alla Pubblica amministrazione il compito improprio di coltivare la terra ma soprattutto avrebbe il vantaggio di rispondere alla domanda delle nuove generazioni, per le quali la mancanza di disponibilità di terreni da coltivare rappresenta il principale ostacolo all’ingresso nel settore.
Il prezzo medio per acquistare un ettaro di terra in Italia – ricorda la Coldiretti – è di 20mila euro, un importo che è quasi il doppio di quello della Germania e circa il triplo della Francia. Il costo medio varia a seconda del territorio.
Nel Nord Ovest è di 26.200 euro ad ettaro, sale a 40.500 al Nord Est, spinto soprattutto dal mercato vitivinicolo, scende a 14.800 euro al Centro Italia, fino ai 12.900 del Meridione e agli 8.500 delle Isole. Se si considera che la dimensione media di un’impresa agricola italiana è di circa otto ettari – conclude la Coldiretti – il “prezzo d’ingresso” per un agricoltore rischia di diventare proibitivo e ciò rappresenta un grave problema, anche per le difficoltà di accesso al credito, in un momento peraltro dove la “voglia di campagna” è ai massimi storici.