Saldi. Un mondo di stupidaggini?

© Roberto Monaldo / LaPresse 22-12-2009 Roma Interni Supermercato/prodotti/spesa Nella foto Acquisti al supermercato © Roberto Monaldo / LaPresse 22-12-2009 Rome Supermarket / products / shopping In the photo Shopping at the supermarket

Un mondo di stupidaggini? Una domanda che andrebbe bene per diversi contesti e diverse situazioni…. Ma sentiamo già alcune reazioni “sì, certo, stupidaggini, per voi che vi sentite superiori, che ‘bofonchiate’ come i signori ‘soTuttoIo’”….

 

E anche quelli che, a noi che registriamo queste reazioni, dicono “se la suonano e se la cantano”. Di tutto e di più. L’importante – almeno per quanto ci riguarda – è che siamo in grado di sviluppare una certa auto-osservazione mista ad auto-ironia, sviluppo che ci consente di esser liberi e osservatori tendenzialmente non di parte.

Il tema del giorno sono i SALDI. Cioé le vendite a saldo che, secondo le leggi del nostro Stato e delle nostre Regioni sono partite ufficialmente in questi giorni. E leggiamo, vediamo, ascoltiamo cose incredibili che cercano di mostrarci la realtà: dalle fashion-girl che vengono sentite per indicarci come e cosa comprare, alle code di chi avrebbe passato la notte all’addiaccio davanti all’ingresso di un qualche negozio per non farsi sfuggire la super-occasione, stile lancio del i-Phone999 (abbiamo perso il conto…) quando quelli della Mela dettavano leggi al commercio, ai consumi, alle abitudini e – di riffa o di raffa – alla cultura *. A questi si aggiungono tutti coloro che sembra non si siano accorti che la loro sorella o il loro cugino abbia comprato una qualche maglietta, magari proprio il fatidico 25 dicembre, online o nell’outlet dietro l’angolo, che la proponeva ad un prezzo che, alle leggi dello Stato italiano imperanti, “faceva un baffo” insieme a tutte le regioni dello Stivale in saldo messe insieme.

Non sarebbe la prima volta che la realtà mostra essere ben diversa da come ci viene dipinta. Grazie ad un narratore (giornalista o meno, poco importa) maestro del pennello con le mani su una tastiera invece che su una tavolozza, che da secoli ha cercato di immergersi nei fatti per raccontarli, ma che oggi cerca di informarci sul bello e sul brutto, sul buono e sul cattivo, prima di tutto pensando a come vuole descriverlo piuttosto che a fungere da narratore della fotografia. La nozione di fatto è diventata evanescente, mentre vige un’atmosfera affascinante, nutrita dal desiderio di ricostruire il reale. Il giornalismo fatto sempre più dietro un computer ci porta a questa realtà dello scrittore, quando dovrebbe, invece, rendere il mondo meno virtuale e più reale.

E tutti affascinati da questi “strilli”, proposti agli strilloni convinti che se il popolo vuole merda, che merda si dia… convinti, per l’appunto! Da quel social in cui la costanza e la violenza del più temerario trasforma il suo rutto in viralità, con le fotocopie di rutti che lo alimentano facendo credere che quello sia il popolo. Non posso non ricordare un episodio che, qualche tempo fa coinvolse direttamente Aduc: una superseguita trasmissione Rai, con una altrettanto superseguita soubrette/conduttrice che, per avvalorare le sue opinioni disse: “lo hanno anche detto le associazioni di consumatori”… e fece gli occhioni rotondi, guardando fisso l’obiettivo del cameramen, creando un’immagine che si rifletteva ingigantita dentro il nostro schermo mentre eravamo seduti dopo-cena per attendere il sonno e quindi più recettori passivi che mai… subito feci mente locale, e dopo indagine mi resi conto che quel “associazioni di consumatori”, era solo una associazione e uno che aveva scritto a nome di questa associazione: io e Aduc. Avrei dovuto bearmi dell’essere riuscito a far diventare plurale una singola opinione? No, mi preoccupai vista l’ampia risonanza che quel mezzo e quella persona avrebbero avuto, e così ho continuato a preoccuparmi arrivando a scrivere – sempre preoccupato –  qui oggi. Bene, così è oggi il ruttatore sui social che trova un amplificatore, e che di conseguenza viene affascinato nella sua funzione di “influencer” e lo porta a titoli tipo “Tutti in coda per i saldi, assalto a negozi e outlet”.

Un mondo di stupidaggini? Per il momento è importante che ce se ne renda conto.

 

Vincernzo Donvito, presidente Aduc