Siamo in recessione, nonostante le bufale del trio Conte, Di Maio e Salvini

La recessione ha caratterizzato gli ultimi due trimestri del 2018. E’ certificato dall’Istat, l’Istituto nazionale di statistica.

La recessione è il contrario di crescita economica, nonostante le bufale raccontate dal trio Conte, Di Maio e Salvini. Iniziamo con il vicepremier e ministro allo Sviluppo Economico, Luigi Di Maio. Qualche giorno fa aveva preconizzato un nuovo boom economico, pari a quello degli anni ’50 e ’60 e, alle previsioni negative della Banca d’Italia, rispondeva che il nostro istituto sbaglia sempre.

Insomma, Di Maio raccontava bufale, quelle che a Roma si chiamano fregnacce.

Proseguiamo con il vicepremier e ministro all’Interno, Matteo Salvini che, di fronte alle valutazioni negative della nostra economia del Fondo monetario internazionale (Fmi), rispondeva che  il Fondo è una minaccia per l’economia mondiale.

Insomma, Salvini raccontava bufale, quelle che a Roma si chiamano fregnacce.

 

Terminiamo con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che al World Economic Forum di Davos (Svizzera), di pochi giorni fa, dichiarava che l’Italia crescerà dell’1,5%. Ieri ha ammesso che il nostro Paese è in recessione.

Insomma, Conte raccontava bufale, quelle che a Roma si chiamano fregnacce.

Visto che, il M5S e la Lega, controllano la Rai, cioè la cosiddetta informazione pubblica, pagata con i soldi dei cittadini, il trio può permettersi di dire ciò che vuole.

A proposito della informazione economica fornita dalla RAI, in particolare dal Tg2, ovvero, da TeleLega o TelePutin, è da rilevare  che la Società italiana degli economisti (Sie) ha inviato una lettera al presidente della Rai, Marcello Foà, nella quale si evidenzia che sono state trascurate “le basilari regole della divulgazione scientifica, che necessitano di coniugare la semplicità ed efficacia nei modi di comunicazione con la assoluta correttezza scientifica dei contenuti” e chiedono che “i contenuti economici delle trasmissioni Rai siano affidati a giornalisti competenti che pongano la conoscenza scientifica alla base dei loro servizi”.

Anche noi avevamo inviato una lettera alla Rai contestando la qualità dell’informazione. Ci hanno risposto che loro sono dei professionisti. Di cosa non è dato di sapere.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc