La notte più buia dell’anno: non è il giorno di Santa Lucia, bensì la notte di Porto-Roma, dopo una rocambolesca gara che ha portato l’esclusione dei giallorossi dalla Champions.
Eppure la risposta della Roma ai gol portoghesi c’è stata, non si è fatta attendere ed è stata veemente, ma non è bastato perché, può succedere che dopo 115 minuti, un giocatore agisca con poco ossigeno nel cervello ed effettui un fallo sciocco, regalando un rigore ad una manciata di minuti dalla fine, e consegni di fatto il passaggio del turno alla squadra di Conceiçao, che poco di più aveva fatto per meritarlo.
Come sempre i giallorossi si ritrovano ad affrontare una gara da dentro-fuori con importanti defezioni.
Di Francesco è costretto ad affrontare la gara europea schierando un’inedita difesa a 3, avanzando a centrocampo Karsdorp e Kolarov, e schierando alle spalle di Dzeko Diego Perotti, alla seconda da titolare in questa stagione.
Il Porto è una squadra rabbiosa e cosi affronta la gara, con la speranza di un passaggio del turno che passa dal gol dell’andata di Adrian, sulla dormita clamorosa della retroguardia giallorossa, e chissà per quante notti, quell’errore toglierà il sonno a Fazio e Manolas.
I primi 20 minuti sono una mattanza per i giallorossi, i portoghesi indiavolati hanno molteplici occasioni, prima con Telles, che spedisce di poco al lato, poi con Corona la cui conclusione finisce alta, sfiorando la traversa. Ma è palese, i giallorossi sono in affanno ed il gol è nell’aria, ed infatti Marega pesca Sorares che da pochi passi, con la porta spalancata, non può sbagliare e porta in vantaggio il portoghese. In questo momento sono i portoghesi ai quarti di finale. Ma i giallorossi non ci stanno, la reazione è tutta di carattere ed infatti pochi minuti dopo Militao atterra Dzeko, causando un rigore. Dal dischetto va con freddezza De Rossi che spiazza Casillias e porta il risultato in parità.
La gioia prima delle lacrime: il capitano della Roma, di lì a poco avrà un infortunio muscolare, l’ennesimo stagionale, ponendo fine alla sua gara.
E’ una botta psicologica per i compagni di squadra, ed il Porto inizia la seconda frazione di gioco andando a mille all’ora. Marega riesce a indirizzare la sua conclusione all’angolino basso, ma Olsen riesce a deviare in angolo. Ma è ancora Marega che poco dopo, su un bel cross di Corona,atrovare lo spazio dentro l’area e mettere la palla nel fondo della rete.
Da qui in poi è solo il Porto a giocare ma Olsen, fa buona guardia ai pali.
Si va ai supplementari, ed avviene una prima volta storica: il quarto cambio, introdotto quest’anno per le coppe europee, viene per la prima volta effettuato con l’entrata in campo di Schick.
Per buona parte dei supplementari non succede quasi nulla, poi nei 10 minuti finali avvengono un’insieme di eventi: Dzeko, ben pescato da uno stoico Perotti, supera Casillias con un pallonetto, ma la conclusione è debole e Pepe riesce a salvare sulla linea. Sul ribaltamento di fronte Florenzi trattiene dalla maglia Soares, che non fa nulla per restare in piedi, interviene il Var, assegnando il rigore, siglato da Telles, ex inter, portando in paradiso i portoghesi. Pochi minuti dopo ci sarebbe un altro rigore per un fallo subito da Schick, ma questa volta il Var non interviene, scatenando giustamente le ire romaniste.
Finisce 3 a 1 tra le lacrime di Florenzi, colpevole di avere, con una ingenuità, consegnato il passaggio del turno al Porto. Non si può buttare la croce sul terzino romano.
Sarebbe stata necessaria meno frenesia nella gara di andata dopo il doppio vantaggio, ma sono i rischi di avere una rosa così verde.
Di Francesco dopo l’uscita europea è ancora più sulla graticola, se non sarà rottura immediata, sicuramente a fine anno le strade del tecnico abruzzese e la squadra giallorossa si divideranno.