Terremoto in casa Roma, dopo il benservito a Eusebio Di Francesco, arrivano anche le dimissioni di Monchi, in accordo con il club giallorosso. E’ la rivoluzione che nasce dai verdetti rimandati, è l’appagamento piccolo di chi non è sconfitto, non ancora.
E si capisce come il tifoso giallorosso se la goda, questa strana sospensione di giudizio. La Roma ormai abituato alle sberle del destino, al Var e a un mercato pieno di paradossi, a chi purtroppo è arrivato e a chi purtroppo non arriverà. Il calcio è anche questo: campioni, pirla e bidoni. Una piazza che pretende vittorie ma soprattutto trofei e guai a chi si abitua a chi annusa e poi scappa (il tifoso urla: per venire con noi serve la voglia), è un’operazione di cupa ma dignitosa resistenza umana. Tocca a Claudio Ranieri salvare la Roma dal cupo destino: vedere l’avversario finalmente uguale a se stessi, ecco l’obiettivo, sentirsi almeno in campo come gli altri, strappare una parità di condizioni, di potenzialità. Lasciare la povertà ai bilanci, alla triste cadenza dei giorni. Ma allo stadio no, sul prato no. Forza Roma! Ma torniamo all’addio di Monchi.
Ecco il comunicato del club:
“L’AS Roma e il direttore sportivo Monchi confermano di aver raggiunto un accordo per risolvere consensualmente il proprio rapporto lavorativo.
Al dirigente vanno i ringraziamenti del Club per l’impegno profuso.
“Voglio ringraziare Monchi per la dedizione che ha dimostrato in questi due anni: gli auguriamo le migliori fortune per la sua carriera”, ha dichiarato Guido Fienga, CEO dell’AS Roma.
Dopo 17 anni da Direttore Sportivo del Siviglia, Monchi ha fatto il suo arrivo nella Capitale nell’aprile del 2017.
“Voglio ringraziare il presidente Pallotta, il management, lo staff, i giocatori e i tifosi per il loro sostegno. Auguro alla Roma i migliori successi per il futuro”, ha dichiarato Monchi.
La direzione sportiva è stata affidata a Frederic Massara.
Claudio Andò