“La Cina è vicina” è il titolo di un film di Marco Bellocchio del 1967 ed è anche lo slogan che alcuni movimenti politici filocinesi ripetevano in varie manifestazioni.
Ora, “La Cina è vicina” potrebbe essere la frase che configura l’accordo che l’Italia si appresta a firmare con la Cina, cioè un memorandum di adesione alla Belt and Road Iniziative (BRIC), ovvero, la “via della seta”.
Cosa prevede il memorandum? Investimenti cinesi nelle infrastrutture italiane? Bene, si direbbe, che male c’è nel promuovere investimenti nella nostra asfittica economia, magari migliorandone l’efficienza e l’efficacia?
Un primo punto critico, però, è rappresentato dagli scambi commerciali: sarebbero favoriti i cinesi o gli italiani? In una gara vince il migliore, a parità di armi, però. La Cina, a differenza dell’Italia, supporta le proprie imprese e non è aliena ad operazioni di dumping o di violazioni delle regole stabilite dagli accordi Wto (World Trade Organization), l’organizzazione mondiale del commercio.
L’Italia saprà far rispettare le regole?
Abbiamo seri dubbi, soprattutto con questo governo.
C’è un argomento, da porre all’attenzione dei nostri lettori: l’Italia è l’unico paese del G7, il Gruppo dei Sette, cioè delle 7 maggiori economie, a sottoscrivere un memorandum con la Cina.
Aderire isolatamente ad un memorandum dà minore forza contrattuale all’Italia, che è la più debole economia del G7, di fronte ad una potenza economica quale è quella della Cina. Insomma, ci isoliamo in posizione di debolezza, il che conferma i dubbi sulle capacità di questo governo.
C’è una aspetto della questione, inoltre, che ci sembra rilevante: la Cina persegue un proprio disegno geoeconomico in contrapposizione agli Usa.
Non si tratta, quindi, di sottoscrivere singoli interventi economici, ma di aderire, con il memorandum, ad un progetto strategico di lungo periodo della Cina, che coinvolge diversi aspetti, quali il coordinamento delle politiche, i trasporti, la logistica, le infrastrutture, la collaborazione finanziaria, la connettività e l’ambiente, volto a competere con gli Usa e che passa attraverso l’anello debole della catena: l’Italia.
Si tratta di capire se l’attuale governo intende rimanere in ambito occidentale, oppure, sottostare ad un progetto di primazia cinese. Questo governo legastellato volge lo sguardo ad Est. Un disastro. Come abbiamo già detto: capaci di tutto, buoni a nulla.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc