Si svolgerà, a Verona, tra qualche giorno, il Congresso Mondiale delle Famiglie. Il tema della famiglia “tradizionale”, ovvero “naturale”, che si dibatterà nel Congresso, è giunto alla ribalta della cronaca per la presenza annunciata di alcuni esponenti governativi, tra i quali il vicepremier, Matteo Salvini.
E’ opinione diffusa che la famiglia, e il matrimonio come supporto legale, sia una istituzione naturale. Claude Levi-Strauss, l’antropologo che rivoluzionò il concetto di famiglia, confutò questa idea dimostrando che la famiglia non è né un fatto naturale né universale, poiché, se così fosse, la sua definizione non dovrebbe variare nel tempo e nello spazio, cioè non dovrebbe subire cambiamenti nel corso dei secoli in ogni angolo del Mondo: la certezza dell’istituzione famiglia, cioè dell’insieme di un uomo e di una donna, e dei relativi figli, formalizzata dal matrimonio, dovrebbe essere, perciò, condivisa da tutto il gruppo umano, come legge di natura che escluda la possibilità che vi siano altre forme, oltre a quella della famiglia tradizionale.
Gli studi effettuati su diverse popolazioni dimostrarono il contrario. In talune popolazioni africane esiste il matrimonio legale fra donne, in Tibet si è praticato il matrimonio poliandrico (la sposa è condivisa tra fratelli).
Insomma, niente è naturale, necessario e biologicamente fondato nell’istituzione familiare.
La famiglia e’ un fatto culturale non naturale.
E’ l’opposto di quanto si sosterrà nel convegno, ma si sa, la scienza, come metodo di ricerca, non fa parte delle scelte razionali degli organizzatori; per costoro è più rassicurante il passato, così come era più rassicurante credere che la Terra era ferma e il Sole le girasse intorno, perché lo si vedeva sorgere ad Est e tramontare ad Ovest.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc