“Le condizioni igienico sanitarie dei penitenziari sono note, poi continuano i suicidi così come i tentativi di suicidio, gli atti di autolesionismo, ma niente, di carceri si parla poco e comunque in maniera non adeguata, probabilmente perchè si ha anche timore che discutere di diritti umani possa indebolire la certezza della pena”.
Lo dichiara in una nota Giuseppe Maria Meloni, portavoce dell’iniziativa Piazza delle Carceri e della Sicurezza del cittadino. “Si pensa – prosegue – che parlare di certezza della pena in relazione ai diritti umani possa indebolire la certezza della pena, così come del resto si pensa che parlare di diritti umani in relazione alla problematica della certezza della pena possa indebolire le argomentazioni dei diritti umani”. “Ma non è così, – precisa – anzi, oltre alla certezza della pena occorrerebbe non solo discutere di diritti umani ma introdurre proprio il concetto della certezza dei diritti umani”. “In particolare, – spiega – se per certezza della pena deve intendersi il fatto che a seguito di un comportamento illecito vi sia effettivamente una punizione da espiare senza tentennamenti e senza sconti, per certezza dei diritti umani deve intendersi il fatto che sussista un insieme di diritti intimamente legati all’uomo che oltre ad essere formalmente previsti siano effettivamente azionabili e siano effettivamente oggetto di attenzione e di tutela nelle varie sedi, da quella politico-legislativa a quella giurisdizionale”. “A tal riguardo, – osserva – va detto innanzitutto che la certezza della pena non viene prima della certezza dei diritti umani. E’ la certezza dei diritti umani a venire prima della certezza della pena perché la necessità di punire trova la sua ragion d’essere nella esigenza di tutelare quei beni che sono socialmente rilevanti, tra cui vi rientrano certamente ed innanzitutto i beni essenziali dell’essere umano, la vita, la salute, la dignità”. “Dire – aggiunge – che la certezza della pena viene prima della certezza dei diritti umani significa, quindi, privare la pena dello scopo, della finalità. Il diritto penale, infatti, nasce per l’uomo, al fine di difendere l’uomo e il suo lato sociale, la vita in comune”. “Se noi guardiamo – rileva – solo alla certezza della pena escludendo la finalità della pena, escludendo, quindi, l’uomo, indeboliamo la stessa certezza della pena, le ragioni per cui la pena deve essere certa. Allo stesso tempo, se noi guardiamo solo alla certezza dei diritti umani escludendo la punizione andiamo ad indebolire la stessa certezza dei diritti umani perché accettiamo che ci possano essere delle violazioni dei diritti umani senza delle adeguate e relative punizioni”. “Per rafforzare la certezza della pena e per rafforzare la certezza dei diritti umani bisogna promuovere – conclude – una visione innovativa, ovvero una visione d’insieme che permetta di scorgere la certezza dei diritti umani unitamente alla certezza della pena”.