Basket & Sicilia: in qualsiasi federazione sportiva l’etica appartiene al ristretto gruppo di regole fondamentali che sono alla base del funzionamento del sistema. Ricordo a me stesso cosa disse nel giorno dell’addio un grande uomo di Stato come il presidente Ciampi: disse che i valori che lo avevano ispirato erano stati il senso del dovere e l’amore della patria. Il primo impone di lasciare da parte gli interessi personali; il secondo sollecita a guardare sempre al bene comune dell’Italia, non a quello di una parte, quale essa sia.
Nella nostra terra “dovere” e “patria” sono parole difficili da pronunciare. In troppi le hanno declamate in malafede per coprire, o meglio, come scrivevano i classici, per colorare politiche di oppressione e di discriminazione. Dalla politica allo sport.
Pare che il principe decaduto del basket siciliano non cerchi altro, ormai. Cresciuto a dosi sempre più massicce di cinismo, il bisogno di stupirsi e di vibrare all’unisono con un’armonia inesplicabile lo costringe a mendicare un po’ di stupore dappertutto, anche da persone e piaceri sbagliati.
Talvolta succede di desiderare una vittoria, ma di non avere le capacità di conquistarla sul campo con il sudore, il sacrifico, le regole, l’etica. Io preferisco perdere una partita che vincerla con la complicità di qualcuno che invece di applicare le regole le usa a discapito degli avversari.
Come direbbe Papa Francesco: Meglio una sconfitta pulita che una vittoria sporca!