Il gioco del monòpoli fu inventato ai primi del ‘900 ed ebbe larghissima diffusione. Nel gioco si usano banconote che, ovviamente, non hanno nessun valore legale, ma servono ai concorrenti per l’attività ludica.
Le banconote del monòpoli ci fanno venire in mente ciò che succederebbe se l’Italia uscisse dall’euro e dalla Ue (i due fatti sono collegati) per tornare alla lira: la nostra moneta avrebbe il valore delle banconote del monòpoli.
Evidentemente è una enfatizzazione, ma vediamo cosa dice a proposito il professor Paul Robin Krugman, premio Nobel per l’economia, che inizialmente aveva manifestato la sua contrarietà all’euro: “Vi è una grande differenza tra la scelta di non aderire (all’euro) dall’inizio e lasciarlo una volta entrati. I costi dell’uscita dall’euro e del ripristino di una moneta nazionale sarebbero enormi: una massiccia fuga di capitali potrebbe causare una crisi bancaria, si dovrebbero imporre i controlli sui capitali e la chiusura delle banche, il problema di ridenominare i contratti creerebbe una palude legale, le imprese si bloccherebbero in un lungo periodo transitorio di confusione e incertezza”.
Eppure, Salvini e Di Maio avevano proposto l’uscita dall’euro prima delle elezioni, salvo, poi, rimangiarsi quanto detto una volta arrivati al governo.
Il popolo aveva creduto alle promesse di uscita dall’euro della Lega e del M5S e li aveva votati.
Il compianto prof. Tullio De Mauro, linguista e accademico, sosteneva che il 70% degli italiani non capisce o ha difficoltà di comprensione di un testo semplice. Deve essere proprio così.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc