Il 19 luglio del 1959 nasceva in Veneto l’Anaao, per iniziativa di un pugno di Medici Ospedalieri, contro la precarietà dei rapporti di lavoro di quelli che, allora, erano gli aiuti e gli assistenti ospedalieri.
“Al giro di boa dei 60 anni l’Anaao Assomed – dichiara il Presidente Nazionale Costantino Troise – arriva con parametri vitali soddisfacenti, un numero di iscritti che ne fa il primo sindacato dei medici dipendenti del SSN, maggioritario anche nella nuova area contrattuale, dopo l’ ampliamento della sua capacità di rappresentanza ai dirigenti sanitari. E questo, malgrado il progressivo definanziamento della sanità pubblica, il decennio di blocco contrattuale e del turnover, il calo del numero dei medici e dei dirigenti sanitari, la gobba demografica, la crisi della rappresentanza, comune a tutte le organizzazioni”.
“Insomma, un sindacato forte, anche nella reputazione – afferma con soddisfazione Troise – che per un soggetto di rappresentanza è uno dei patrimoni più preziosi. Un sindacato capace di farsi portatore di istanze diverse e di tutelare interessi legittimamente differenti, intenzionato a cambiare le parole ed i paradigmi della sanità, a partire dalla formazione, dal valore del lavoro, dalla tutela della salute. Un sindacato protagonista del cambiamento della sanità italiana, nella quale i Medici condividono con i cittadini un destino comune che tiene insieme il diritto alla cura ed il diritto a curare”.
“Nel corso di 60 anni – prosegue Troise – la storia dell’Anaao si è sempre intrecciata con quella del SSN, la difesa della sanità pubblica con la difesa dei valori professionali, la lotta alle diseguaglianze di salute con quella a privilegi e rendite corporative, la difesa di legittimi interessi e tutela delle aspettative delle categorie professionali con quella di un grande patrimonio civile e sociale. Aprendosi a novità come “Anaao Giovani”, un laboratorio di under 40 chiamato ad agire sul campo anche per cambiare il modo di essere sindacato, l’immagine e la percezione che del sindacato hanno troppi colleghi giovani. Ed alle donne, ormai quasi la metà degli iscritti, già maggioranza in molte regioni, che chiedono una nuova organizzazione del lavoro capace di conciliarlo con i tempi di vita, senza passi indietro sul terreno dei diritti. Ed una elaborazione finalizzata, anche attraverso specifici percorsi formativi, a modelli di cura attraversati dal pensiero e dall’espressione della differenza, un valore capace di trasformare l’ambiente sanitario ed i suoi paradigmi.
Dopo che la stagione dei padri fondatori, e quella di coloro che hanno reso l’Anaao protagonista della nascita del servizio sanitario nazionale, è giunta al termine, oggi continuiamo a rappresentare quelli che hanno le competenze e le conoscenze per rispondere alla domanda di salute dei cittadini. In un esercizio di leadership sociale dalla quale esercitare, a dispetto del peggioramento delle condizioni retributive e di lavoro, una civile e forte difesa del Servizio sanitario nazionale e della professione, della sua responsabile autonomia e dei suoi legittimi interessi, mai disgiunti dai diritti dei cittadini”.
“In questa sfida noi faremo la nostra parte con l’orgoglio di quello che siamo stati e siamo, coerenti con i doveri e le responsabilità assunte 60 anni or sono. Consapevoli di dovere affrontare e proporre soluzioni agli aspetti più critici del mondo del lavoro dipendente, per un rilancio del valore del lavoro professionale, la salvaguardia di un sistema sanitario pubblico e nazionale, equo, sicuro ed universalistico, contro la crescita delle diseguaglianze per restituire unitarietà ad una sanità a pezzi ed alla esigibilità di un diritto alla salute, uno e indivisibile, oggi declinato secondo reddito e residenza”.
“Non si tratta solo del nostro destino o di quello della sanità pubblica, conclude Troise. Si tratta della stessa idea di società, di comunità, di democrazia e libertà. Buon compleanno, Anaao!”.