La messinscena è una simulazione di atteggiamenti o presentazione di motivi solo in apparenza validi, allo scopo di far credere l’opposto di quel che si pensa o si ha in animo di fare. Ci torna in mente la messinscena a proposito delle dichiarazioni del capo politico del M5S, vicepremier e pluriministro, Luigi Di Maio, sul TAV, il treno Torino-Lione: dietro i partiti che sostengono il TAV c’è il partito del cemento.
Già.
E dietro il partito che sostiene l’autostrada del Frejus, cioè i concessionari autostradali, chi c’è? Il M5S?
E dietro il partito degli autotrasportatori, che percorrono l’autostrada del Frejus, e inquinano con i gas di scarico, chi c’è? Il M5S?
E dietro il partito dei petrolieri, che vendono carburanti per i tir e le auto, che inquinano, chi c’è? Il M5S?
Le semplificazioni del Di Maio pensiero, utili agli adepti, potrebbero essere trasferite alle considerazioni che abbiamo fatto.
Ricordiamo, allo smemorato Di Maio, che è al governo insieme al ministro delle infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli del M5S, e, quindi, in grado di controllare metro per metro i lavori del TAV.
Ricordiamo, allo smemorato Di Maio, che, nel “Contratto di Governo del Cambiamento” non esiste la asserzione “No TAV” o frase equivalente, ma viene ribadita la necessità di trasferire passeggeri e merci da gomma a ferro (art. 27, pagg.48,49,50).
Insomma, la scelta è tra la ferrovia e i treni o le autostrade, i tir e le auto.
Cosa sceglie Di Maio?
Quello che meraviglia, si fa per dire, è la totale assenza del contradditorio dei cosiddetti organi di informazione: si recepiscono le dichiarazioni, di questo o quel ministro, senza un minimo di commento o di informazione.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc