Siamo già partiti o stiamo per farlo. Comunque in tanti andiamo oltre l’Italia e, talvolta, nei cosiddetti Paesi a rischio. Il ministero degli Affari Esteri ha un servizio di allerta in merito (http://www.viaggiaresicuri.it/) che, ovviamente, vale solo fino ad un certo punto… Per esempio, nel settore “Avvisi in evidenza”, per la Francia, aggiornato al 1 luglio (sì, è vero, al 1 luglio), c’e’ scritto di fare attenzione alle manifestazioni dei “gilet gialli” ché potrebbero costituire un pericolo. Certo, ci sono altri avvisi più aggiornati, ma questo colpisce come alcuni altri luoghi (tipo Ecuador) aggiornati sempre all’inizio di luglio.
Ma ci stupisce, insieme a sì tanta solerzia per la Francia che non si faccia attenzione, per esempio agli Usa, visto quanto è accaduto in Texas, Ohio e oggi in California, e visto anche il recente terremoto in questo Stato. I motivi potrebbero essere tanti, ma noi ci limitiamo ad osservare e a non giudicare o indicare. Osservare significa dare informazioni ché ognuno le usi come meglio crede.
Ci siamo per questo impegnati a sfogliare un po’ di media nel mondo.
Il governo uruguaiano informa di “prendere precauzioni estreme di fronte alla crescente violenza indiscriminata, principalmente i crimini d’odio, inclusi il razzismo e la discriminazione, poiché sono state le cause che hanno ucciso più di 250 persone nei primi sette mesi di quest’anno”. Incolpando il “possesso indiscriminato di armi da fuoco da parte della popolazione”, raccomanda a tutti, ma soprattutto ai bambini, di evitare centri commerciali e parchi a tema. L’Uruguay qualifica Detroit, Baltimora e Albuquerque, “tra le 20 città più pericolose al mondo”.
All’Uruguay si è unito – con la sua credibilità… – il Venezuela.
Il consolato giapponese a Detroit (lo apprendiamo dal Los Angeles Times) ha avvertito questa settimana che i suoi cittadini “dovrebbero essere consapevoli del potenziale di incidenti dovuti ad armi da fuoco ovunque negli Stati Uniti”, in quanto si tratta di una “società armata”.
Il Messico, che ha perso molti dei suoi cittadini nel massacro di El Paso, ha persino annunciato che sta prendendo in considerazione un’azione legale perché gli Stati Uniti non stanno proteggendo adeguatamente i cittadini messicani negli Stati Uniti. Il suo ministro degli Esteri ha annunciato “una serie di misure legali, diplomatiche e di protezione per garantire giustizia alle vittime delle sparatorie e proteggere i diritti delle comunità messicane negli Stati Uniti”.
È possibile che la paura all’estero sia sostenuta dalle parole che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha fato conoscere al mondo intero: bande e stranieri illegali hanno “invaso” il confine e inondato di droga il paese. Le città americane sono così “pericolose”, “sporche” e piene di roditori che “nessun essere umano” vorrebbe vivere in esse. La direzione dell’FBI è “corrotta” e il Dipartimento di Giustizia è così dubbioso che “Giustizia” deve essere posto tra virgolette. Non esiste una “sicurezza delle frontiere”, ci sono “assassini che entrano” oltre il confine. I membri della banda MS-13 (https://en.wikipedia.org/wiki/MS-13) che usano i machete hanno “trasformato i nostri parchi pacifici e i bellissimi quartieri tranquilli in campi di sterminio macchiati di sangue”.
In questa follia di informazioni, potremmo aggiungere: Attenzione! I viaggiatori negli Stati Uniti dovrebbero essere consapevoli che il controllo della qualità dell’aria e dell’acqua è stato abbassato, milioni hanno perso l’assicurazione medica, il presidente chiede ad alcuni deputati e senatori di lasciare il Paese e i bambini che sono stati separati dal loro I genitori vivono in gabbie.
Ovviamente questo lo scriviamo mentre ci stiamo imbarcando per New York e San Francisco. E’ il bello dell’informazione a 360 gradi e con fonti MAI disinteressate, incluso il nostro ministero degli Affari Esteri.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc