A conclusione di delicate indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore della Repubblica, Giovanni BOMBARDIERI, la Squadra Mobile di Reggio Calabria ha dato esecuzione ad una Ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il locale Tribunale nei confronti di un 39enne reggino, responsabile del delitto di violenza sessuale aggravata perché commessa nei confronti di una minore di quattordici anni.
L’attività condotta dagli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria, coordinati dal Procuratore della Repubblica Aggiunto Calogero Gaetano PACI e dal Sostituto Procuratore della Repubblica Alessandro MOFFA, veniva avviata la sera del 6 agosto scorso, quando il padre della minore, residente fuori Regione, si rivolgeva alle Forze dell’Ordine per segnalare che la figlia di 12 anni stava comunicando alle sorelle maggiori, tramite Whatsapp, di essere vittima delle particolari attenzioni da parte del compagno della madre, conosciuto da quest’ultima su Facebook qualche mese addietro.
Il padre riferiva che sua figlia, unitamente alla sua ex compagna e ad un’altra figlia di 5 anni, era giunta a Reggio Calabria la notte precedente dopo un viaggio in autobus di circa 12 ore ed aveva trovato ospitalità presso l’abitazione dell’uomo, aggiungendo, però, di non conoscere l’indirizzo e fornendo solo delle indicazioni generiche.
Ricevuta la segnalazione, personale della Squadra Mobile e dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico individuavano tempestivamente l’abitazione dell’uomo segnalato, dove trovavano la minore che, dopo essere stata tranquillizzata, veniva accompagnata in Questura insieme alla madre.
Da quel momento, la piccola, sentendosi al sicuro, iniziava a raccontare agli investigatori tutto quello che aveva subito durante il pomeriggio; infatti, nell’occasione, si procedeva ad una audizione protetta, con l’ausilio di una psicologa e di una esperta in psicologia infantile.
Nell’immediatezza, la Squadra Mobile poneva in sequestro il cellulare della minore sul quale era ancora possibile leggere la conversazione Whatsapp avvenuta tra la stessa e la sorella che si trovava con il padre, e che consentivano un fondamentale riscontro a quanto dalla stessa raccontato agli investigatori.
Al culmine delle stringenti attività d’indagine che permettevano di acquisire gravi indizi di reato, l’uomo veniva raggiunto dalla misura cautelare disposta dal G.I.P. e, dopo le formalità di rito, condotto in carcere, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.