Paulo Fonseca ha incontrato la stampa alla vigilia del Derby di domenica allo Stadio Olimpico. Ecco tutte le parole del tecnico giallorosso.
Ha già vissuto incontri importanti in Portogallo e in Ucraina: cosa vuol dire per lei il Derby?
“Ho già giocato diversi Derby nel corso della mia carriera, capisco che è una partita special per i tifosi e città. Si percepisce passeggiando per strada, perché i tifosi ti fermano e te lo fanno capire chiaramente. La partita vale tre punti, ma il coinvolgimento emotivo è maggiore. Spero che questo sia il primo di tanti Derby, sono molto motivato e non vedo l’ora di giocarlo”.
È soddisfatto dell’arrivo di Smalling?
“Come abbiamo già avuto modo di dire in questa sede, cercavamo un difensore centrale esperto. Chris vanta oltre 200 presenze con il Manchester United, ha le caratteristiche giuste che si adattano alla nostra squadra, è un calciatore rapido, aggressivo e che può aggiungere qualità a questa rosa”.
Zappacosta e Mancini possono partire dal primo minuto? Smalling sarà convocato?
“Sono pronti, potrebbero giocare, ma non ve lo rivelerò, domani lo scoprirete. Smalling figurerà tra i convocati”.
Florenzi potrebbe giocare alto a sinistra?
“È un’ipotesi che stiamo considerando, ci abbiamo lavorato in allenamento nel corso della settimana e domani vedremo se opteremo per questa soluzione”
A Cengiz e Kluivert domenica scorsa ha chiesto di giocare sui centrali difensivi del Genoa. La Lazio, però, prepara spesso la partita sul gioco degli esterni: ai suoi esterni offensivi chiederà un lavoro diverso?
“È una questione tattica, la domanda è intelligente e legittima, ma non ho intenzione di rivelare come ci comporteremo domani. Abbiamo fatto una riflessione sulla partita contro il Genoa e su quello che faremo contro la Lazio, abbiamo una strategia per ogni situazione e domani vedrete come si comporterà la squadra”.
Smalling ha detto di essere stato molto colpito dalla conversazione avuta con lei. Cosa vi siete detti?
“In questi colloqui spieghiamo spesso il nostro modo di giocare ai calciatori e come pensiamo di poterli inserire nella squadra, di come li riteniamo importanti. Si tratta di convincere i calciatori, spiegando il perché della nostra scelta e perché abbiamo puntato su di loro”.
Veretout sta bene?
“Può giocare dall’inizio, sta bene, così come Mancini e gli altri, fatta eccezione per Spinazzola e Perotti”.
In questo caso la Lazio è data favorita, cosa ne pensa del giudizio dei bookmakers?
“Vale quello che vale, sono solo parole: conta solo il campo. Non ho dubbi sul fatto che la Lazio in questo momento sia una squadra fortissima, con ottimi calciatori, con un allenatore che è lì da molto e ha un sistema di gioco rodato. Il favoritismo non è importante, per me conta il campo e come si intende affrontare la partita, per soprendere l’avversario e contrastarlo nei suoi punti di forza. Capisco che la stampa possa sollevare questi temi, ma per me non è importante: il favoritismo non conta”.
Veretout lo vede più in coppia con Cristante o Pellegrini?
“Tutti nostri centrocampisti posso giocare con i rispettivi compagni di reparto. Veretout può giocare con Diawara, con Pellegrini o con Cristante, lo stesso vale per gli altri: sono intercambiabili”.
Schick al centro di incontri di mercato: come lo vede? Domani sarà convocato?
“Come ho detto, è qui con noi e domani sarà convocato. È pronto per giocare, non parlerò di situazioni ipotetiche”.
Lei ha una sua idea di gioco e pensa che la squadra debba sempre fare lo stesso gioco per 90 minuti oppure pensa che ci si possa adattare alla situazione che capita contro l’avversario?
“Assolutamente, non solo un allenatore dogmatico e in passato ho dato prova di questo. Credo fortemente sulla nostra identità di squadra che posa prevalere sull’avversario, ma l’obiettivo è sempre quello di vincere le partite. La mia visione non è chiusa, a seconda del risultato se fosse necessario togliere un attaccante per mettere un difensore centrale per portare a casa il risultato lo farà. La mia visione non è chiusa, ma ci sono le circostanze della partita che determinano le scelte e in base al risultato intraprenderà quella più opportuna”.
Jesus si è scusato sui social media, ma poi ha dovuto chiuderli per le critiche. Cosa pensa di quanto accaduto e dei social network in generale?
“Jesus sta bene, non potrebbe essere diversamente: deve stare bene. Nel calcio nessuno è esente da errori. Il calcio è uno sport per gente forte e in grado di reagire alle avversità, non c’è spazio per chi non ha la forza di reazione. I calciatori hanno il dovere di reagire. Per me non esistono errori individuali, sono sempre di squadra e il massimo responsabile sono io: l’allenatore. I calciatori sono perfettamente consapevoli di tutto ciò e rispetto all’esterno sono il massimo responsabile, non mi sentirete mai in pubblico puntare il dito sul singolo. Internamente poi facciamo le nostre analisi e parliamo con i calciatori, non esistono errori individuali ma di squadra. Contro il Genoa è stato così, gli errori sono stati collettivi e non dei singoli”.
“Per quanto riguarda i social media, la società ha regolamentato, tutto quello che avviene nella vita del club o della squadra non può andare sui social media, per la vita personale poi ciascuno fa quello che è più opportuno: siamo in democrazia”.
A che punto è la crescita di Kluivert e quanto manca per diventare titolare inamovibile nella sua testa?
“Parliamo di un giocatore nel quale riponiamo tutti grandi speranze, è giovane, ha bisogno di crescere e sono sicuro che lo farà. Crediamo tutti moltissimo in lui e siamo sicuri che il rendimento crescerà nel corso della stagione. Contro il Genoa la prestazione è stata positiva, si è notata una crescita nel modo di stare in campo e sono sicuro che questa crescita aumenterà”.
Ha studiato un modo per arginare Luis Alberto?
“Conosciamo tutti le sue qualità, ha una grande influenza sulla propria squadra. Però noi non ci preoccupiamo dei singoli, non fa parte della nostra identità e del nostro modo di difendere. Sappiamo che un giocatore in determinati momenti può essere già decisivo e cercheremo di contrastarlo dal punto di vista collettivo e non con una marcatura a uomo”.
“Un’ultima cosa in chiusura, visto che non c’è stato modo di parlarne. Una parola per un allenatore che è passato anche da qui, che merita la nostra ammirazione e che sta passando un momento difficile, come Luis Enrique, ci tenevo a mandargli un abbraccio da parte mia, del Club e da parte di tutto il gruppo di lavoro”.
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