Bologna – Roma: non solo con la tecnica, ma con il cuore. Il calcio è anche questo, ridurlo a metri schemi, significherebbe annichilire uno sport centenario che ha la capacità di appassionare ogni giorno decine di milioni di persone.
Se non fosse una questione di cuore, sarebbe difficile da spiegare a 10 secondi dalla fine, dopo 90’di altissima intensità , una galoppata di Veretout dalla difesa fino a ridosso dell’area bolognese, con Dzeko e Pellegrini silenti che avevano seguito la corsa del compagno, e pronti hanno saputo capitalizzare con, il trequartista con un preciso cross, il bosniaco con una zuccata, centrale ma potente, trovando così il gol del vantaggio, decisamente insperato.
Gli uomini di Fonseca, gara dopo gara, stanno iniziando a venire fuori. Il modulo mai in discussione, gli interpreti vanno ricercati nella lunga rosa a disposizione: la difesa presentata contro i neroverdi è riproposta in blocco, Cristante vince il ballottaggio in mediana ai danni di Diawara, al fianco di Veretout, Kluivert è preferito a Zaniolo, per la fascia destra, con Pellegrini ad occupare il ruolo di trequartista e l’armeno Mkhitaryan sulla destra, con Dzeko unica punta.
Il Bologna si presenta a specchio, un 4-2-3-1 parecchio più difensivo, con i rossoblù votati a difendere, per ripartire con Orsolini e Sansone.
Con gli spazi chiusi Kluivert e Mkhitaryan diventano impotenti, incapaci di poter realizzare il consueto gioco fatto di verticalizzazioni e strappi sulla fascia. La morsa emiliani è efficace, e con le fasce bloccate, Dzeko viene disinnescato.
Nella prima frazione di gioco le poche occasioni sono per i bolognesi con un tiro dal limite di Sansone che il portiere giallorosso blocca con facilità e con una conclusione di Dijks dal limite nettamente fuori. La Roma è tutta nei piedi di Kolarov, la cui conclusione è facilmente intercettata dall’ex giallorosso Skorupski.
Kluivert non riesce ad inventare e si incupisce, Fonseca lo sostituisce con Zaniolo, nella speranza di un’illuminazione del fuoriclasse azzurrino.
Ma ancora una volta è Kolarov, a mettere sui binari giusti la gara, grazie ad una punizione che supera il numero 1 felsineo.
Potrebbe essere il momento che cambia la gara, avendo a disposizione più spazi per le ripartenze, ma dopo appena 5′ la gara è di nuovo in parità: Kolarov stende Soriano in area, dal dischetto si presenta Sansone che supera Pau Lopez.
I giallorossi sulle gambe, i rossoblù sulle ali delle entusiasmo pensano anche di poterla vincere: Orsolini recupera palla in difesa e dopo uno strappo di 50 metri si presenta davanti a Pau Lopez, ma la conclusione termina alta.
Le speranze di vittoria della Roma diminuiscono ulteriormente quando all’84’ Mancini, dopo un fallo su Santander, rimedia il secondo giallo, e lascia la propria squadra in 10.
La gara sembra scivolare lentamente sull’1 a 1, ma al 94′ dopo una lunga cavalcata di Veretout, il francese
serve sulla fascia Pellegrini che mette in mezzo per Dzeko che riesce a superare Skorupski.
È un tripudio giallorosso.
Vincere fa sempre bene, farlo quando ormai la direzione sembra già tracciata rilascia energie positive per il futuro.
La Roma vola a 8 punti, il Bologna si ferma per la prima volta in campionato.
Claudio Andò