Parole affamate di parole è la nuova raccolta di poesie di Stefania Rabuffetti, in uscita a novembre per Manni Editori con una prefazione di Renato Minore (pp. 572 – euro 28,00).
Il volume sarà presentato sabato 16 novembre a Milano nell’ambito di Bookcity, in un incontro dal titolo Il desiderio indefinibile della poesia arricchito dalla performance dell’attrice e conduttrice televisiva Barbara De Rossi, che leggerà alcuni estratti dalla raccolta.
Parteciperanno all’incontro – alle ore 15.30 al Circolo Filologico Milanese (aula 2, via Clerici, 10) – anche lo scrittore Renato Minore, e l’artista José Molina. Coordina Massimo Arcangeli.
Un’antologia drammaticamente intima che si sviluppa attraverso 10 sezioni tematiche – anima/corpo, io/tu, amore/odio, luce/buio, ragione/follia, verità/bugia, realtà/sogno, voce/silenzi, male/bene, vita/morte – ciascuna delle quali è introdotta da tavole illustrate dell’artista madrileno José Molina.
Rabuffetti attinge da un inesauribile vaso di Pandora. Il suo vissuto è fatto di contrazioni e distensioni, di redenzione e baratro, amore e repulsione, come traspare dai suoi versi:
Mi piego ma non mi spezzo
mi fletto ma non mi incrino
mi inchino ma non mi umilio
inciampo ma non mi scheggio.
A questo continuo scandaglio emotivo corrisponde una produzione prolifica, senza posa, “bulimica”, come la definisce Renato Minore nell’introduzione: «Parole affamate di parole, come un bulimico processo che trascina ogni verso e ogni poesia (preceduta dal suo titolo che è spesso anche spiazzante, come un contrappunto ironico a ciò che dice) e rinvia alla successiva, in un continuum decostruito-ricostruito».
La scrittura è, dunque, lo specchio dell’anima dell’autrice; l’irrequietudine è trasmessa da continui salti cronologici, dall’andare e venire nel tempo come testimoniano le date in calce alle poesie. Ma la parola esprime anche una costante ricerca di senso, la volontà di giungere a un livello superiore di consapevolezza di sé, del mondo e delle relazioni che vi si instaurano.