Lunedì 25 novembre alle 21 in Villa Burba un convegno organizzato da Consulta Sport e Tempo Libero e da Consiglio Migranti del Comune di Rho per parlare di sport come strumento di socialità e integrazione. Ai partecipanti un coupon 2×1 per lo spettacolo teatrale “Anna dei miracoli”…
Constantin, moldavo di 41 anni da 10 a Rho, ha perso una gamba, ma non la voglia di correre, e oggi gareggia nelle maratone; Elena, 26 anni, anche lei moldava trasferita a Rho, è una campionessa di bowling, medaglia d’argento ai Mondiali Special Olympics di Abu Dhabi, grazie anche alla determinazione di una madre che non si è arresa davanti alle diagnosi dei medici e che ha insistito per mandarla a scuola come gli altri ragazzi; poi ci sono i bambini e ragazzi della GIOSPORT, la storica società sportiva dell’oratorio San Giovanni che, da qualche anno, promuove anche progetti di inclusione per famiglie di religione, paesi e culture diverse, utilizzando lo sport come mezzo di integrazione.
Sono i protagonisti del Congresso Allympics Games, iniziativa organizzata dalla Consulta Sport e Tempo Libero e dal Consiglio Migranti del Comune di Rho, che si svolgerà il 25 novembre alle 21 a Villa Burba, in corso Europa a Rho. Presenta la serata il giornalista Ferruccio Pellegatta di Radio Missione. L’ingresso è libero. Ai partecipanti sarà anche consegnato un bonus per la promozione 2×1, valido per l’acquisto di 2 biglietti al prezzo di uno – ossia 19 euro – per lo spettacolo teatrale “Anna dei Miracoli” con Mascia Musy, nuova produzione del Teatro Franco Parenti ispirata alla vera storia di Helen Keller, sorda e cieca fin dalla nascita, e della sua insegnante Anne Sullivan, in programma venerdì 13 dicembre alle 21 nell’Auditorium di via Meda.
“Obiettivo dell’iniziativa è parlare dello sport e della sua funzione sociale – afferma il vicesindaco e assessore allo Sport, Andrea Orlandi -. La pratica sportiva impatta in modo significativo sulla nostra comunità e, insieme con la Consulta dello Sport, stiamo organizzando degli eventi per parlare e far conoscere diversi aspetti. Dopo l’evento sul Cyberbullismo organizzato in primavera, questo appuntamento, organizzato con la Consulta Migranti, affronta il tema attualissimo dell’inclusione e dei modi in cui lo sport può farsi promotore di valori universalmente riconosciuti”.
“Il messaggio che vogliamo lanciare con questo evento è che lo sport è un potente mezzo di inclusione, indipendentemente dalla nazionalità e dall’abilità delle persone: se fai un passo dopo l’altro, alla fine arrivi al traguardo: a Rho abbiamo molto eccellenze e vogliamo farle conoscere trasmettendo un messaggio positivo” spiega Anzhela Kilat, presidentessa del Consiglio Cittadino Migranti.
Al centro della serata, tre storie di sport e integrazione che hanno come cornice la città di Rho. Ci sarà Constantin Bostan, runner, esempio di determinazione e forza: perché correre una maratona è già un’impresa per chiunque, a maggior ragione per chi, come lui, ha una gamba sola. Constantin l’ha fatto ben 5 volte (più due in cui non è riuscito ad arrivare al traguardo), prima con le stampelle, poi con la protesi in titanio, come quelle di Pistorius e Giusy Versace, ottenute grazie all’associazione Disabili No Limits. La sua ultima impresa sportiva è stata la Tor des Géants, anche detta “la corsa più dura del mondo”, un percorso di 330 km e 24mila metri di dislivello tra Courmayeur e Gressoney che Constantin ha corso suddividendolo con altri 4 atleti. Una vita non facile, quella di Constantin: nato in Moldavia, a due anni si rompe la gamba per un banale incidente e inizia il calvario. La frattura è curata male e blocca la crescita dell’arto: a vent’anni si opera per sistemare la gamba troppo corta, ma qualcosa va storto e bisogna amputare. Lascia la Moldavia e si trasferisce a Rho, dove si trova da poco anche sua madre: sportivo da sempre, diventa calciatore e poi runner, prima con due stampelle e ora con la sua nuova protesi. Operatore socio sanitario di professione, è anche volontario Rho Soccorso. “Non dobbiamo fermarci per le nostre paure, ma andare oltre” dice Constantin.
Elena Raducan è un’atleta dall’associazione Sesamo di Rho, la Onlus che si prende cura delle persone con diversa abilità, e si è già distinta diverse volte per i successi che ha raggiunto nello sport. Tra questi, brilla la medaglia d’argento ai Mondiali 2019 di Abu Dhabi nella sua disciplina, il bowling: un traguardo che ripaga mesi di allenamento per la giovane rhodense, ma anche la tenacia della sua famiglia. Elena, emigrata a Rho nel 2009, è nata nel 1993 in Moldavia: subito dopo la nascita è sottoposta a numerosi interventi neurochirurgici. Dopo mesi in ospedale, i medici consigliano alla mamma di lasciarla, perché non ci sono possibilità di vita: lei non ci sta, la porta a casa e decide di crescerla come gli altri bambini. Iscriverla all’asilo e poi alle elementari è un’impresa, la indirizzano a istituti e scuole speciali, ma la mamma non si arrende, pensa che questo la faccia regredire e insiste. Quando arriva in Italia, Elena trova una società che l’accoglie e la sostiene. Oggi le medaglie di Elena sono anche il risultato della determinazione di una mamma che ha sempre creduto nella figlia e nelle sue possibilità, ma anche di insegnanti, allenatori ed educatrici che l’hanno aiutata. “Il cambiamento di Elena da quando è in Italia è stato incredibile, non ringrazierò mai abbastanza tutte le persone che ci hanno aiutato – racconta la mamma, Maya -. A cominciare dalla scuola e poi dalle strutture di formazione per l’autonomia, che hanno fatto sì che oggi Elena sia ben inserita e possa anche lavorare. E poi l’associazione Sesamo che ha saputo valorizzarla e farla crescere. Grazie ancora a tutti”.
La GIOSPORT è la polisportiva dell’oratorio San Giovanni a Rho, nata ufficialmente come società 28 anni fa, ma attiva già dal 1958, anno di nascita della parrocchia: conta 600 soci e 30 squadre di tutte le fasce d’età, in diverse discipline (calcio, basket, volley, ginnastica adulti e mini rugby). “Puntiamo a un coinvolgimento che non sia solo sportivo, stando attenti a tutte le famiglie in un’ottica di integrazione e inclusione – dice il presidente, Pietro Borghetti -. Da un paio di anni, abbiamo attivato progetti legati al fare sport coinvolgendo non solo i giovani atleti, ma anche le famiglie, in alcuni casi provenienti da realtà difficili o appartenenti ad altre comunità. Diversi bimbi e bimbe di Paesi, culture e religioni differenti frequentano la Polisportiva: lo sport diventa così un’occasione per coinvolgere e conoscere le famiglie, che partecipano alla vita della società e fanno rete, diventando amici e aiutandosi a vicenda. Queste sono alcune delle cose belle che possono nascere dallo sport”.