Partiti a Genova i lavori del tavolo tecnico tra Consiglio Nazionale Commercialisti, Ordini territoriali della categoria, Agenzia per la Coesione Territoriale e Regione. La professione in prima linea per controlli di primo livello più efficaci sui Fondi strutturali
Prende il via in Liguria il progetto dei commercialisti finalizzato a migliorare gli strumenti e i controlli di primo livello sui programmi cofinanziati dai fondi strutturali. Si è svolta infatti a Genova, nella sede della Regione, la prima riunione del tavolo tecnico del quale fanno parte oltre al promotore Consiglio nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti contabili, la stessa Regione Liguria, l’Agenzia per la coesione territoriale, la Segreteria tecnica PRA e un pool di commercialisti specializzati nella materia, individuati tra i 3.000 commercialisti della Regione. Nelle scorse settimane il progetto era già partito in Sicilia, Calabria, Friuli Venezia Giulia e Emilia – Romagna.
Alla riunione hanno preso parte Marcella Galvani, il Consigliere nazionale dei commercialisti che ha ideato il progetto su scala nazionale, Paolo Ravà, coordinatore degli Ordini dei commercialisti della Regione e presidente dell’Ordine dei commercialisti di Genova, Giorgio Centurelli, membro della Segreteria Tecnica PRA per l’Agenzia della Coesione Territoriale e rappresentanti della Regione Liguria.
“Il Progetto – ha evidenziato Andrea Benveduti, Assessore Regionale allo Sviluppo Economico – rientra tra le numerose azioni messe in campo dalla Regione per rafforzare l’efficacia dei controlli sui fondi Fesr, finalizzate a garantire il più corretto utilizzo possibile di tali fondi. La professionalità che potranno garantire i commercialisti nelle verifiche nella programmazione 2021-2017 costituirà un prezioso contributo nel rafforzare l’attività dei controlli, da sempre considerata di primaria importanza dalla Regione, che al pieno utilizzo dei fondi ha sempre associato la necessità della massima scrupolosità nei controlli.”
“Con questo progetto – ha affermato il presidente nazionale della categoria professionale, Massimo Miani – i commercialisti mettono le proprie competenze a disposizione delle Istituzioni per costruire, insieme alla PA, un percorso mirato all’omogeneizzazione e alla semplificazione dei controlli, che garantisca, nella prossima programmazione 2021/2027, competenze specialistiche in materia di controlli di primo livello, con ricadute importanti sul sistema di gestione dei Fondi strutturali”.
“Sono particolarmente soddisfatta per il via, anche in una Regione particolarmente avanzata sul fronte della lotta alle frodi comunitarie come l’Emilia Romagna, della nostra iniziativa”, ha spiegato Marcella Galvani. “Con questo progetto – ha proseguito Galvani – intendiamo condurre alla creazione di una sezione di iscritti all’Albo dei commercialisti, esperti in gestione e controllo dei programmi cofinanziati con Fondi strutturali, che svolgeranno le attività di controllo di primo livello, utilizzando standard omogenei da applicare su tutto il territorio nazionale. Il progetto messo a punto dai commercialisti in collaborazione con il Comitato per la lotta contro le frodi nei confronti dell’Unione Europea (Colaf) e l’Agenzia per la Coesione, nell’ambito dello strumento dei Piani di Rafforzamento Amministrativo (PRA), sta vedendo l’adesione di molte Regioni e Province Autonome italiane titolari di Programmi Operativi”.
“E’ un fatto estremamente positivo – hanno commentato il Consigliere nazionale dei commercialisti eletto in Liguria, Massimo Scotton, e Paolo Ravà – che anche la nostra Regione aderisca ad un progetto così significativo. Elevare efficacia e qualità dei controlli sulle frodi e sulla gestione dei fondi comunitari non può che avere dirette conseguenze positive sull’economia regionale e sul suo sistema imprenditoriale. I commercialisti liguri metteranno tutte le loro competenze al servizio di questa iniziativa”.
“Il Progetto – ha sottolineato Giorgio Centurelli – si inserisce pienamente nella filosofia dei Piani di Rafforzamento Amministrativo (PRA), il principale strumento di capacity building delle PA che l’Italia, prima in Europa, ha avviato a partire dalla programmazione dei Fondi UE 2014-2020. Oltre alle finalità proprie di tutela del bilancio comunitario c’è da sottolineare l’importante attività partenariale che sottende l’intervento. Il fare rete e confrontarsi ad ogni livello e settore per la definizione di soluzioni ed azioni innovative di miglioramento è sempre una scommessa vincente. La collaborazione con le diverse componenti istituzionali e professionali coinvolte costituisce essa stessa, infatti, un’azione complessiva di capacitazione che trae forza dall’analisi dei fabbisogni, dal contatto diretto tra i territori, dalla raccolta e messa a sistema di esperienze puntando concretamente ad orientare le future scelte decisionali.