Abolizione della prescrizione. Può un cittadino attendere la fine del proprio processo all’infinito, che sia colpevole o innocente? No, direbbero i cittadini che hanno buon senso.
Questo buon senso non ha riscontri con la legge sulla abolizione della prescrizione dopo il primo grado di giudizio, proposta dal ministro Alfonso Bonafede e votata dal M5S e dalla Lega del precedente governo, il quale aveva promesso la modifica delle regole processuali entro quest’anno che, invece, non sono state fatte.
Il governo attuale, si muove sostanzialmente sulla stessa falsariga: Il M5S vuole l’abolizione della prescrizione, gli altri membri della maggioranza tentennano, propongono, lanciano “segnali”, invitano a dialogare, ecc.
Comunque, dal 1 gennaio prossimo, avremo una barbarie giuridica.
Opporsi all’inciviltà sarebbe il minimo; si doveva fare nell’accordo per questo governo, ma se uno il coraggio non ce l’ha, non se lo può dare, diceva il tremolante don Abbondio di manzoniana memoria.
La legge serve per evitare che i colpevoli siano prescritti, dice il M5S, dimenticando che in un processo ci sono anche gli innocenti. D’altronde, cosa ci si può aspettare da un ministro della Giustizia, perdipiù laureato in Giurisprudenza e avvocato, che confonde un reato commesso con dolo, cioè intenzionalmente, con un reato commesso con colpa, cioè non intenzionalmente?
“La prescrizione, in Italia, è ormai l’ancora di salvezza dei delinquenti”, dichiarava Bonafede, dimenticando, e non poteva essere diversamente, che, in un processo ci sono, oltre agli innocenti, anche coloro che sono stati danneggiati, cioè la parte offesa, che vedranno la data del riconoscimento dei loro diritti allontanarsi indefinitamente.
Allo smemorato ministro Buonafede, ricordiamo che l’art. 111 della Costituzione, prescrive la ragionevole durata del processo e che se il 75% dei procedimenti giudiziari va in prescrizione, entro il primo grado di giudizio, è necessario rivedere le norme processuali e dotare di uomini e mezzi la struttura giudiziaria del nostro Paese.
Mala tempora currunt sed peiora parantur.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc