«L’allarmismo esagerato e sovradimensionato legato al Coronavirus può generare danni incalcolabili all’economia reale, e quindi all’andamento del prodotto interno lordo, ancor più rilevanti di quelli provocati dal diffondersi della stessa malattia. Se, da un lato, appare corretto l’isolamento delle aree di focolaio per impedire una maggiore diffusione del virus, dall’altro è indispensabile evitare forme di comunicazione improntate a toni eccessivamente preoccupanti».
Lo dichiara il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora.
«Impedire, come sta accadendo di fatto, la mobilità delle persone sul territorio nazionale rappresenta un sostanziale blocco di importanti flussi di denaro che impattano negativamente su importantissimi settore dell’economia italiana – turismo, trasporti, ristorazione, commercio, alberghi – con effetti a cascata su tutti gli altri comparti» aggiunge Spadafora. Secondo il vicepresidente di Unimpresa «in Italia, data la situazione in Cina, lo stato di emergenza era già stato dichiarato a gennaio e si attendeva quello che si sta verificando in questi giorni».