Dopo due amministrazioni dove si sono alternate la sinistra e la destra senza molto costrutto, adesso si confrontano le due visioni che si sono dimostrate sconfitte dai fatti e dalle criticità dei problemi. A sinistra ci sarà Antonio Mamì, commercialista, che, ovviamente, avendo fatto opposizione a Materia si mette in mostra e si fa paladino, abbandonando le vesti dell’antipolitica, di una politica matura, che dopo le esperienze amministrative lo rendono più credibile per prendere, senza estremismi, le redini della città…
Di contro vi è un centro/destra diviso che nelle sue due compagini vede uomini della continuità sia a Roberto Materia che alla stravecchia politica. Quella guidata e ispirata dall’On. Tommaso Calderone, deputato di Forza Italia, designa come candidato l’Avv. Pinuccio Calabrò e al proprio interno e nelle liste del consiglio comunale vede candidati tutti gli assessori della giunta Materia, responsabile del poco costrutto. Mentre la compagine orientata sul fronte dell’On. Pino Galluzzo, deputato di #diventeràbellissima, presenta un raggruppamento composito con l’On. Ella Bucolo, di Fratelli d’Italia, l’On. Luigi Genovese di Ora Sicilia e due liste civiche, al cui interno convivono tante anime non facilmente definibili, promuove la candidatura dell’Avv. Ilenia Torre.
Questo quadro non aiuta molto a capire che tipo di direzione prenderà la città. Fino adesso le poche idee sono state frutto di espressioni vaghe che evocano solo ambizioni. Nelle piazze e nei bar della città si sentono denigrare con i soprannomi i registi di queste operazioni. Si parla di avvocati penalisti che hanno qualche screzio fra di loro. Si discute, invece, molto della sinistra di Mamì che appare come contromisura resistente alle troppe arroganze, alle eccessive indifferenze, ai modi di pensare scoloriti e senza identità, agli uomini per tutte le stagioni.
Certo ancora si parla pochissimo della città, delle linee di sviluppo, della situazione contabile del comune, della penuria di personale professionale negli uffici comunali, dei debiti accumulati dall’ente nei confronti di terzi, dei tributi e tasse che hanno raggiunto il massimo delle aliquote, dei servizi resi male ed a costi esagerati.
A tutto questo contribuisce una politica debole, che è costituita da contrapposizioni sterili, da parole vuote, da intenzioni mal coltivate, di strumentalizzazioni senza guardare la città in volto e cercando di prendere in giro i cittadini. In città la sfiducia serpeggia e la credibilità langue. Così non si scorge un orizzonte per poter uscire dal guado, che sembra sempre più un vicolo cieco, che preconizza fallimenti traumatici.
Luciano Genovese