Chiedo al signor Sindaco di Messina, al Sindaco di una città metropolitana, la cui riflessione e azione – a mio avviso – è “sublime” oltre le logiche centrali, di non esprimersi dalla sua “pagina”, almeno sino a quando questa crisi non sarà rientrata, per evitare di essere condizionato dagli indici di ascolto, dai like, dagli emoticon, dai commenti, dai post di fan e/o di detrattori.
Non ho figli.
Onore ai figli fuori sede non rientrati.
Onore ai loro genitori.
Se avessi avuto figli dimoranti in zone rosse non avrei esitato un attimo per persuaderli a rientrare.
Lo confesso. Non me ne vergogno.
Probabilmente (ma non sicuramente … in mancanza di prova del contrario nel caso concreto … ) nel rispetto delle prescrizioni.
Non faccio parte di alcun gruppo o “gruppone”.
Se ne avessi fatto parte, non escludo che magari sarei stato tra coloro che avrebbero insistito per non perdere l’appuntamento annuale. Lo confesso. Non me ne vergogno.
Rientrando dalla settimana bianca, probabilmente (ma non sicuramente … in mancanza di prova del contrario nel caso concreto … ) nella osservanza delle regole di comunicazione e di isolamento.
Non ho ruolo nelle Istituzioni. Probabilmente, se avessi avuto ruolo il mio linguaggio sarebbe stato improntato alla sobrietà anche a scapito della efficacia dissuasiva e prescrittiva. Lo confesso. Non me ne vergogno.
Probabilmente (ma non sicuramente … in mancanza di prova del contrario nel caso concreto … ) avrei cercato di mantenere misura anche sotto stress, sotto pressione, sotto stanchezza fisica e nervosa.
Non sono ricco, non sono nobile, sono sono appartenente ad alcuna casta, non sono massone, non sono erede di feudi universitari. Ad esserlo non ne avrei fatto vanto. Chi lo è, chi lo è veramente, per definizione, non lo ostenta. Forse, lo preserva per trasmetterlo “iure sanguinis”… ma non l’ostenta.
De Luca, nella sostanza ha ragione. Lo ribadisco. Ribadisco, altresì, pur essendo – con fierezza – in minoranza, che il “catemoto” dell’amministratore 3.0 mi fa nausea. Vero è che sensazione di vuoto e di vertigine provo ogni qual volta la comunicazione sembra a servizio non del messaggio ma del messaggero. Vale dalla politica … alla religione.
Nessun cittadino, neanche chi sbaglia, può sentirsi sotto minaccia di gogna e violenza (che potrebbe non essere solo verbale, social e mediatica). Se ha sbagliato, paga. Paga dopo un procedimento disciplinare, che si conclude dopo avere offerto controdeduzioni, salvi i ricorsi. Paga dopo un processo, per violazione di norma penale in bianco o per attentato contro la salute pubblica, che si conclude a seguito di dibattimento, salvi i gravami.
De Luca, sarà pure la massima autorità locale in materia di sanità, potrà anche – come qualunque cittadino – esporre fatti e presentare denunzie in Procura ma non è il p.m. inquirente né il giudice né il giustiziere delle ore 19:00. Scrive, peraltro, chi disdegna le conferenze stampa di chi esercita la pubblica accusa con le divise dietro le spalle.
Avverso De Luca (ma ammetto quando il suo governo cittadino va nella giusta direzione) ma soprattutto avverso tutto ciò che è massimalismo e populismo. Mi sgomenta tutto ciò che – d’imperio – è sommario.
Chiedo, ripeto, al signor Sindaco on. Cateno De Luca, di sospendere la comunicazione “ufficiale” da fb.
Emilio Fragale