L’informazione di prime time, completamente assorbita dalla cronaca dell’epidemia di Covid-19, manifesta un inedito e spiccato orientamento al sociale, che pone al centro dell’attenzione mediatica, tra le diverse declinazioni dell’emergenza, l’atmosfera di forte disagio dovuta alle misure di contenimento.
La politica dei partiti, che da sempre costituisce il piatto forte delle edizioni del prime time, scivola dietro le quinte, lasciando alle testate spazi da colmare con servizi ed approfondimenti che toccano nel vivo le problematicità dei cittadini, le cui voci, in alcune edizioni, superano per presenze quelle dei principali attori istituzionali.
In questo panorama radicalmente mutato, e scandito dai quotidiani “bollettini di guerra” della Protezione civile, il rapporto mensile Eurispes – CoRiS Sapienza di marzo perde parte della missione specifica di monitoraggio e analisi della comunicazione politica, e si concentra sulle differenze d’orientamento tra le testate, rese evidenti dall’analisi lessicometrica.
Se i Tg Mediaset scoprono un’inedita funzione di “servizio pubblico”, le testate Rai si rinsaldano nel proprio ruolo, guadagnano maggiormente in termini di ascolti in una fase che vede passare il pubblico medio del prime time dai 19 milioni di febbraio ai 24,4 di marzo, per una crescita in percentuale del 28% (+5,3 milioni).
A commentare queste dinamiche Francesco Giorgino, giornalista, Direttore del Master in Comunicazione e Marketing politico ed istituzionale della Luiss e conduttore del Tg1, che sottolinea il forte attivismo manifestato dall’ammiraglia della comunicazione Rai.