Lamorgese: controlli più serrati a Pasqua, non vanifichiamo gli sforzi

«Anche a Pasqua dobbiamo rimanere tutti a casa per il nostro bene e dei nostri cari, e per consentire all’Italia di ripartire il prima possibile.».

Lo dice chiaro il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ai concittadini dalle pagine del Corriere della Sera: «Ce la faremo, ma non si può abbassare la guardia adesso con atteggiamenti irresponsabili. Sarebbe un peccato vanificare, proprio ora che s’intravede un po’ di luce, l’immane sforzo compiuto dall’intera Nazione, a partire dal personale sanitario che ha già pagato un tributo altissimo».

 

Per questo, in vista delle vicinissime festività Pasquali, «i controlli delle Forze di polizia sono stati rafforzati», come disposto dalla circolare di ieri ai prefetti, e chi trasgredirà i divieti di spostamento e di contatto sociale senza poter dimostrare ragioni di assoluta necessità, sarà sanzionato. Anche se i numeri, poco più di 220mila sanzioni su quasi 6 milioni di controlli dall’11 marzo scorso a ieri, e oltre due milioni e mezzo di attività commerciali controllate, dimostrano secondo il ministro che finora «la stragrande maggioranza degli italiani ha compreso la gravità dell’emergenza».

Ma c’è anche il rischio speculazione e affari criminali a gravare sull’emergenza. «La nostra strategia di intervento fa leva su un’attività informativa e investigativa che cerca di intercettare e di anticipare ogni iniziativa», spiega Lamorgese, che ha dato indicazione di monitorare specialmente «le dinamiche societarie nelle filiere dell’agro-alimentare, delle infrastrutture sanitarie, della gestione degli approvvigionamenti, specie di materiale medico».

Sul fronte antimafia – altro rischio che si fa più alto in tempi di emergenza – «garantiremo che le risorse vengano utilizzate nel rispetto del quadro ordinamentale antimafia, considerato da molti Paesi un solido punto di riferimento», assicura Lamorgese.

Consapevole del rischio infiltrazioni criminali legato ai massicci interventi economico-finanziari previsti dal governo per fronteggiare la crisi economica causata dall’emergenza sanitaria, il ministro annuncia «una direttiva ai prefetti», che in questo periodo «stanno dando veramente il massimo», per assicurare «il monitoraggio e il flusso informativo su situazioni a rischio di infiltrazioni criminali, sollecitando un’azione di intelligence sul territorio».

Necessaria inoltre, secondo la titolare del Viminale, «una cabina di regia a livello provinciale con la partecipazione e il contributo di tutte le associazioni imprenditoriali e di categoria, sindacati, mondo finanziario e creditizio».

Controlli e monitoraggio a 360° sulla situazione, quindi, senza dimenticare però il lato umano. «Nulla è paragonabile all’emergenza sanitaria e sociale che stiamo vivendo. Le giornate di lavoro, qui al Viminale, sono lunghe anche più di 12 ore e poi a casa non si stacca mai”, raccota il ministro. Ma la cosa che pesa di più sono «sicuramente le tante vittime causate dal coronavirus, e la crisi economica che creerà grandi difficoltà a moltissime famiglie».