Il Decreto Legge “Cura Italia” convertito oggi appare del tutto deludente, è il commento di Carlo Palermo, Segretario Nazionale Anaao Assomed.
Anzitutto perchè conferma la sciagurata legislazione vigente che esclude gli operatori sanitari dall’obbligo precauzionale di quarantena nell’ipotesi di contatti stretti e non protetti con casi confermati di malattia, trasformandoli in malati a loro volta ed untori, e consente l’utilizzo della mascherina chirurgica, un semplice presidio medico, al posto delle maschere filtranti ffp2/ffp3, prescritte dalla normativa europea e dalle linee guida delle società scientifiche come dispositivi di protezione individuale per il rischio biologico elevato. Un combinato disposto normativo, provato come nefasto dalle evidenze sul campo, che è alla base dei contagi negli ospedali, trasformati in luoghi di diffusione della malattia Covid-19, nel vuoto di indicazioni e programmi coerenti”.
“Un primato italiano, quello del contagio degli operatori sanitari, 18.500 ad oggi, il 10% per cento del totale, le cui cause, fin dal 24 febbraio, abbiamo individuato nell’insufficienza delle protezioni, carenza di personale a causa del decennale sotto-finanziamento del FSN, omissione dell’obbligo di garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro, lacune organizzative difficilmente giustificabili. Inascoltati da comitati tecnico-scientifici sordi e ciechi e dal Governo che ha fornito, e continua a fornire, valore legale a scelte incaute che poco hanno a che fare con la scienza”.
Dimenticando così gli “eroi”, gli “angeli” ed anche i martiri, 149 medici morti in una scala crescente di dolore e di angoscia che sembra non avere mai fine. Prima i MMG e di emergenza territoriale, esposti senza protezioni ad un virus subdolo mimetizzato anche sotto il profilo clinico nella coda dell’ordinario periodo influenzale, ora i medici specialisti che, in ospedale e nei servizi territoriali, hanno affrontato senza adeguati DPI pazienti affetti da Covid-19. Operando nel modo migliore nelle peggiori condizioni possibili, accumulando un credito collettivo che la Politica non vuole saldare.
Anche a proposito di assunzioni si continuano a privilegiare, con una pervicacia degna di altri fini – prosegue Palermo – forme precarie, “usa e getta” lontane dal coprire i vuoti, presenti e futuri, nelle dotazioni organiche, almeno 10 mila ad oggi e altri 6 mila per ogni anno fino al 2025 a causa del pensionamento di Medici e Dirigenti sanitari ospedalieri con l’età media più alta al mondo. Ai danni di una buona occupazione, fatta di contratti di lavoro a tempo indeterminato, attingendo a graduatorie esistenti, o determinato, di specialisti e specializzandi del 4° e 5° anno, che garantiscano stabilità e prospettive di inserimento duraturo, tutele assicurative e previdenziali.
“La “Fase 2” – incalza il Segretario dell’Anaao – avrà bisogno della piena operatività degli ospedali italiani in termini di posti letto e di dotazioni organiche coerenti per affrontare la funzionalità degli ospedali Covid e l’immensa domanda di prestazioni accumulata in questo periodo emergenziale. Milioni di pazienti con patologie “ordinarie” attendono un intervento chirurgico, una visita specialistica o un esame diagnostico avanzato, affollando liste di attesa che si misurano oramai in anni, mentre la mortalità nelle patologie tempo dipendenti cardiovascolari già comincia a incrementare in modo preoccupante. La sostenibilità del SSN, un bene comune di cui tutti hanno tessuto le lodi, passa da qui”.
“A dispetto delle parole e della retorica degli eroi, non vi è traccia nel “Cura Italia” di un minimo riconoscimento risarcitorio per il lavoro svolto da chi, ogni giorno ed ogni notte, affronta in prima linea la epidemia, mentre prolifera il fai da te di Regioni ”generose” con i medici con i soldi dei medici, isorisorse tanto per cambiare. Il finanziamento aggiuntivo previsto non basta nemmeno a garantire la remunerazione di tutto lo straordinario messo in campo, tra febbraio e marzo, con generosità e spirito di sacrificio dagli operatori sanitari per affrontare lo tsunami di malati riversato sugli ospedali in assenza degli argini territoriali. Retribuzione del lavoro già fatto, quindi, e ci mancherebbe anche che non ci fosse.”
Un giovane Collega ha scritto: “i medici non si sentono eroi, sono le condizioni di lavoro in cui sono costretti ad operare che rendono il loro compito eroico”.
“Risparmiateci, caro Presidente del Consiglio, cari Ministri e cari Parlamentari, vuote retoriche che mai si trasformano in atti concreti di riconoscimento e valorizzazione della nostra categoria, e arrossite per “leggi vergogna” che hanno legittimato condizioni di lavoro che hanno portato a malattia e morte tanti Colleghi.
Il tempo delle emozioni sta per scadere e quello della dimenticanza non è ancora arrivato”.