Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni relative al fatto che Poste italiane – durante l’emergenza coronavirus – ha violato la norme (ordinarie e straordinarie “Covid” contenute nel decreto legge Cura Italia) in materia di consegna della posta a firma e di notifica degli atti giudiziari.
Anzichè consegnare la posta, molti postini si limitano a lasciare avvisi di giacenza costringendo i destinatari ad “assembrarsi” davanti ai pochi uffici postali aperti per ritirare la propria raccomandata/pacco/atto giudiziario così esponendo sé e gli altri (operatori degli uffici postali compresi) al rischio di contagio oppure a rinunciare al ritiro immediato posticipandolo a tempi migliori. Nel frattempo però, la notifica sarà ritenuta formalmente effettuata per compiuta giacenza dopo 10 giorni, con gravi conseguenze sia sostanziali che processuali sull’esercizio dei propri diritti.
Abbiamo denunciato l’accaduto ad Agcom e Antitrust chiedendo l’assunzione di provvedimenti urgenti.
Oggi abbiamo ricevuto la prima risposta: secondo l’Antitrust non è necessario adottare misure urgenti poichè non vi sarebbero “evidenze in ordine all’imminenza di un danno grave e irreparabile per il consumatore, in considerazione dell’entrata in vigore dell’art. 108 del d.1. n. 18 del 17 marzo 2020 (c.d. Cura-Italia)”.
Delle due l’una: o l’Antitrust ha fatto finta di non capire (abbiamo denunciato esattamente la violazione dell’art. 108 del Cura Italia) oppure rinnega esplicitamente le norme sul contenimento e i diritti dei cittadini.
Siamo da quasi due mesi barricati in casa proprio per evitare danni gravi e irreparabili alla salute di tutti noi. O no?
Per l’Antitrust va bene che i postini continuino a lasciare gli avvisi in cassetta scrivendo che in casa non c’è nessuno, quando in periodo di confinamento siamo tutti a casa. Poco importa se domani i tribunali saranno intasati dai contenziosi in materia di notifiche fatte non a norma di legge.
#andràtuttobene?