Da cittadini siamo stupiti per l’utilizzo di un linguaggio che riteniamo inadeguato, fuori misura e completamente al di fuori dal contesto effettivo della vita civile e sociale del nostro Paese. È assolutamente improprio anche accennare all’ipotesi che in Italia vi sia il rischio (o, peggio ancora, sia in corso) una negazione del diritto alla libertà di culto. È abnorme e, ci sia consentito, irresponsabile agitare figure di inesistenti tentativi repressivi che, particolarmente nei confronti della confessione cattolica, non trovano spazio nel contesto di realtà che viviamo.
Da cristiani siamo stupiti perché abbiamo ricevuto dal Santo Padre il conforto della testimonianza che la vita sacramentale è anzitutto interiore e che la dimensione della partecipazione spirituale e del desiderio profondo ne sono ambiente di concretizzazione e di comunione piena, reale e concreta. Tutta la presente stagione di restrizione ai movimenti, che ha accompagnato la Quaresima e che ha fatto da scenario ai riti della Settimana Santa e alla celebrazione della Pasqua, ci ha donato l’esperienza di una comunione profonda e universale coi cattolici e coi cristiani di tutto il mondo.
Da cattolici siamo stupiti perché la Conferenza Episcopale ha assunto una posizione che, stanti le chiarificazioni ragionevoli di molti Vescovi italiani che vi hanno fatto seguito (e che pienamente condividiamo) appare assunta senza condivisione con l’assise che dovrebbe rappresentare e con un linguaggio (come già accennato) che, oltre a non rappresentare l’universalità (e neanche la maggioranza) del sentimento dei cattolici italiani, appare parziale e orientato all’attivazione di tensioni inutili, dannose e immotivate con le autorità civili nazionali.
Non comprendiamo dunque da quale processo di valutazione sia emersa questa posizione che, se legittima quando espressa da chiunque (anche pastore della Chiesa Cattolica) sotto il profilo personale, non può, senza una previa condivisione, essere espressa nel nome generale dell’Episcopato e della cattolicità italiani. C’è il rischio che posizioni di questo tenore vengano in realtà utilizzate al di fuori della Chiesa come strumento di propaganda politica di parte, ed è un rischio che, da cittadini, cristiani e cattolici riteniamo doveroso denunciare alla Conferenza Episcopale perché ci si astenga da ogni possibile strumentalizzazione.
Ci riconosciamo pienamente nella posizione equilibrata e pacata espressa dal nostro Arcivescovo e aderiamo serenamente, da cittadini cristiani e cattolici, all’invito rivoltoci dal Papa ad attenerci con prudenza e obbedienza a disposizioni che non intaccano minimamente né la nostra fede né la libertà di professarla, nella consapevolezza ricevuta da Gesù che non un luogo fisico, ma “spirito e verità” sono le vere dimensioni dell’adorazione di Dio.
La piccola comunità Nuovi Orizzonti di Messina