Un manifesto con 18 proposte concrete rivolte al Governo e al Parlamento per una società nuova, libera da mafie e corruzione. Diritti sociali, Trasparenza degli appalti, Sostegno alle imprese al centro delle azioni del manifesto presentato da Libera, Avviso Pubblico, i sindacati e il mondo delle imprese…
Un manifesto per far ripartire l’Italia uscendo dalla cultura dell’emergenza e affermando quelle delle regole. #Giustaitalia, un “Patto per la Ripartenza” fondato sull’etica della responsabilità promosso da Libera con Avviso Pubblico, Legambiente, Arci, Rete dei Numeri Pari, Rete della Conoscenza, Fuci, Centro Studi Pio La Torre, Cooperare con Libera Terra, Acsi, Us Acli, Cngei, Fondazione Interesse Uomo, Cgil, Cisl, Uil.
18 proposte concrete rivolte al Governo e al Parlamento, perché ascoltino la voce della società civile, del mondo del lavoro, delle imprese, degli enti locali e di tutti coloro che, hanno a cuore la ripartenza del nostro Paese nella legalità e nella giustizia sociale. Diciotto proposte suddivise in tre aree strategiche per mettere al centro i diritti sociali, assicurare la trasparenza nella gestione degli appalti, prevedere la tracciabilità del sostegno alle imprese, applicando bene e senza scorciatoie le norme che già esistono; garantendo diritti fondamentali, come il lavoro, la casa, il reddito, l’istruzione e la salute; lottando contro tutte le forme di povertà, a cominciare da quella educativa che colpisce le giovani generazioni; recuperando gli oltre 100 miliardi di euro sottratti annualmente alla collettività dall’evasione fiscale, per sostenere la nostra economia e ridurre il carico fiscale alle famiglie italiane.
L’Italia – scrivono le associazioni nel Manifesto – può ripartire davvero, dopo il lungo isolamento a cui è stata costretta dalla pandemia del Covid 19, solo se non si commettono gli errori del passato. Quelli che hanno trasformato ogni emergenza, dai terremoti alla gestione dei rifiuti fino al dissesto idrogeologico, in una nuova opportunità di arricchimento e di crescita del potere delle mafie e, più in generale, di quei sistemi criminali fondati sul disprezzo delle regole, sulla corruzione, sull’accumulazione illecita di profitti, che già condizionano la nostra democrazia.
Voci autorevoli, come la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, la Banca d’Italia e il ministero dell’Interno, hanno già segnalato i pericoli concreti a cui andiamo incontro, nella gestione degli appalti e delle risorse finanziarie. Mafie, corruzione, criminalità economica e ambientale sanno sfruttare l’allentarsi delle regole, in nome di una legittima urgenza ma approfittano anche dell’acutizzarsi delle povertà, per conquistare consenso sociale e riciclare i capitali accumulati illegalmente, anche attraverso l’usura.
“In un momento così difficile e drammatico per il nostro Paese, Avviso Pubblico ha sentito la responsabilità di promuovere in modo unitario, insieme a Libera, altre associazioni e ai sindacati, il manifesto #giustaitalia – dichiara Roberto Montà, Presidente di Avviso Pubblico – . Al Governo e al Parlamento, forti delle nostre conoscenze e delle nostre esperienze maturate stando a diretto contatto con i cittadini sui territori, proponiamo un “patto per la ripartenza” del nostro Paese, le cui fondamenta devono essere la trasparenza, la legalità e la giustizia sociale. Insieme alla crisi sanitaria non dobbiamo dimenticarci della crisi economica e sociale che tante persone, famiglie e imprese stanno vivendo e che esprimono, in primo luogo, direttamente ai sindaci e agli amministratori locali. I Comuni sinora hanno fatto tutto il possibile per rispondere ai bisogni primari dei cittadini. Il rischio, per l’immediato futuro, è che essendo diminuite sensibilmente le entrate, a causa del blocco di tante attività per contenere il contagio del Covid-19, gli enti locali non siano più in grado di garantire quei servizi essenziali che riconoscono e garantiscono i diritti delle persone. Per questo motivo, chiediamo che venga istituito un fondo da 5 miliardi di euro a sostegno degli enti locali. In gioco c’è la tenuta della coesione sociale del nostro Paese, la possibilità di rilanciare l’economia, e il rischio che le mafie accrescano il loro consenso sociale a scapito delle istituzioni”.