“La Cina è vicina”, è un film del 1967 di Marco Bellocchio, che racconta di storie familiari e di velleitarismo politico. Ci è venuto in mente questo film a proposito della vicenda della pandemia e della responsabilità della Cina. Messa da parte la bufala del virus da laboratorio, costruito ad hoc per infettare il Mondo, la realtà è che la diffusione e pericolosità del Coronavirus è stata nascosta dalla Cina.
Siamo stati settimane a leggere dell’infetto 1 che proveniva dalla Germania e, nel frattempo, mezzo milione di cinesi girava per l’Europa e gli Usa, provocando una diffusione del virus a ventaglio.
Inoltre, abbiamo assistito alla propaganda degli aiuti cinesi, ben sponsorizzati dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio e, tanto valse la pubblicità, che ben il 52% degli italiani ha ritenuto la Cina il Paese più amico, nonostante l’invasione virale cinese.
Ricordiamo il velleitario memorandum Italo-Cinese, sottoscritto dal governo Conte1 (M5S-Lega), fuori dall’ambito del G7, cioè dei sette maggiori Stati economicamente avanzati del pianeta, ossia: Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti d’America. Nazioni sviluppate, il cui peso politico, economico, industriale e militare è ritenuto di centrale importanza su scala globale.
Rammentiamo, a proposito, che, l’Italia rappresenta solo il 2,4% del Prodotto interno lordo mondiale.
Insomma, pensare di commisurarci da soli con potenze mondiali, quali la Cina, significa essere affetti da velleitarismo politico: si finisce per essere subordinati. Anche se “La Cina è vicina”, teniamoci stretta l’Europa.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc