Come nasce un crimine d’odio? In che contesto si sviluppa? Quali sono i soggetti vulnerabili e come si contrasta? Domande che trovano risposta nella pubblicazione “Quando l’odio diventa reato – caratteristiche e normativa di contrasto degli hate crimes”, l’approfondimento realizzato dall’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (OSCAD) in occasione dei 10 anni di attività, on line da oggi, anche in versione inglese.
Il documento è un aiuto concreto, messo a punto da esperti, per riconoscere gli indicatori di pregiudizi e discriminazione, combattere la diffusione del linguaggio d’odio, individuare le caratteristiche di un reato d’odio – l'”undereporting”, l'”underecording”, il rischio di escalation – per poterlo contrastare.
L’obiettivo, che ogni cittadino può contribuire a raggiungere, è non solo proteggere le parti più vulnerabili della società ma anche lavorare per diffondere la cultura della tolleranza, e del rispetto.
Pubblicato a gennaio scorso come inserto nel mensile Polizia moderna della Polizia di Stato – su impulso della quale l’Osservatorio presieduto dal prefetto Vittorio Rizzi è nato, con il concorso dell’Arma dei Carabinieri, in risposta alla richiesta di aiuto delle associazioni – il documento è stato presentato il 21 dello stesso mese a Roma durante il convegno “Le vittime dell’odio” con la partecipazione del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, del ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti e del capo della Polizia Franco Gabrielli.
Con la pubblicazione on line ora è a disposizione di tutti coloro – semplici cittadini, operatori sociali, operatori di polizia, organismi del settore italiani o esteri – che si impegnano per il rispetto e la tutela dei diritti umani.