Un milione e 482mila le persone che hanno incontrato il virus (2,5% dell’intera popolazione da zero anni in su).
Questi i dati presentati nel corso della conferenza stampa che si è tenuta all’Auditorium del Ministero di Lungotevere Ripa, alla presenza del ministro della Salute Roberto Speranza. Sono intervenuti il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, la direttrice centrale Istat, Linda Laura Sabbadini, il presidente del Css, Franco Locatelli, il presidente nazionale della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca. 64.660 i test dell’indagine di sieroprevalenza su SARS-CoV-2 effettuati dal 25 maggio al 15 luglio.
“Grazie al grande lavoro di Istat e Croce Rossa e alla disponibilità di 65mila italiani abbiamo presentato oggi i dati dell’indagine di sieroprevalenza. Secondo la ricerca il 2,5% degli italiani è entrato in contatto con il virus. Questo e gli altri dati emersi ci confermano che la prudenza e le misure di contenimento adottate dal governo e i comportamenti corretti dei cittadini hanno limitato la diffusione del contagio. Non abbassiamo la guardia, anche se siamo fuori dalla tempesta non siamo ancora in un porto sicuro” queste le parole del ministro, Roberto Speranza.
Sintesi dei dati
Forte la differenza territoriale, che conferma la Lombardia al primo posto per numero di persone positive al virus (7,5%), mentre tutte le Regioni del Sud sono al di sotto dell’1%. I lavoratori della sanità risultano i più colpiti con differenze regionali. La trasmissione intra-familiare è stata molto elevata, ma, se si adottano le misure di precauzione, il contagio non avviene, come è accaduto per il 60% della popolazione, che ha avuto familiari conviventi con Covid-19. Elevata la presenza di asintomatici (27,3%), dato che sottolinea l’importanza di seguire le regole di prevenzione raccomandate.
Scarica slide Primi risultati dell’indagine di sieroprevalenza SARS-CoV-2.
L’indagine di sieroprevalenza avviata dal ministero e dall’Istat
Il ministero della Salute e l’Istat, con la collaborazione della Croce Rossa Italiana hanno avviato, a partire dal 25 maggio, l’indagine di sieroprevalenza dell’infezione da virus SARS-CoV-2 per capire quante persone nel nostro Paese avessero sviluppato gli anticorpi al nuovo coronavirus, anche in assenza di sintomi.
Il test si è rivolto a un campione di 150mila persone residenti in 2mila Comuni, distribuite per sesso, attività e sei classi di età. In caso di diagnosi positiva, all’interessato veniva fatto il tampone naso-faringeo per verificarne l’eventuale stato di contagiosità.
Finalità dell’indagine
Attraverso l’indagine si sono ottenute informazioni necessarie per stimare le dimensioni e l’estensione dell’infezione nella popolazione e descriverne la frequenza in relazione ad alcuni fattori quali il sesso, l’età, la regione di appartenenza, l’attività economica.
Gli esiti dell’indagine, diffusi in forma anonima e aggregata, potranno essere utilizzati anche per altri studi scientifici e per l’analisi comparata con altri Paesi europei.
Alle persone selezionate è stato anche chiesto di rispondere a uno specifico questionario predisposto da Istat, in accordo con il Comitato tecnico scientifico.
Documentazione sull’indagine
- Protocollo metodologico per un’indagine di siero-prevalenza sul SARS-CoV-2 condotta dal Ministero della salute e dall’Istat
- Proposte di modifica al protocollo dello studio nazionale di sieroprevalenza
Stralcio Verbale n. 87, 8 giugno 2020 - Accordo Ministero della Salute – Istat
- Designazione dei responsabili del trattamento dei dati personali – Integrazione designazione responsabili
- Informativa sull’indagine di siero prevalenza
- Informativa sulla privacy