CORONAVIRUS – Contagi in aumento, meglio chiudere le discoteche che le scuole

Con il crescere dei contagi, aumenta l’ansia per le sorti della scuola. Nella decisione di chiudere le discoteche per tre settimane, imposta con un’Ordinanza ad hoc decisa dal Governo, il ministro della Salute Roberto Speranza ha spiegato che “non possiamo vanificare i sacrifici fatti nei mesi passati. La nostra priorità deve essere riaprire le scuole a settembre in piena sicurezza“. Per questo, ha continuato, serviva “un segnale al paese” per “tenere alta l’attenzione”. Anief concorda con il ministro Roberto Speranza, perché il diritto alla salute non può essere derogato per fare spazio allo svago e alla spensieratezza.

Anief ritiene che un calo di attenzione potrebbe tradursi in nuovi rischi per la salute, per la minaccia del ritorno di contagio generalizzato e un non proprio impossibile secondo Lockdown. Una condizione che per la scuola, soprattutto sino al termine della secondaria di primo grado e per gli alunni meno fortunati o appartenenti a famiglie meno abbienti, si tradurrebbe in una disfatta. La cautela, sostiene il sindacato, va attuata sicuramente nelle scuole. Ma anche al di fuori. Il metro di distanza, sostiene il sindacato, deve essere un requisito imprescindibile, da adottare ovunque.

 

“Rimaniamo convinti – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – che distanziamento sociale descritto dal Comitato Tecnico Scientifico in un volume da 500 pagine di analisi e indicazioni debba valere per tutti i luoghi pubblici. La scuola ha già superato il test, a giugno degli esami di maturità. Si è imposta ora un protocollo, che abbiamo sottoscritto anche noi. Si sta cercando di ripartire, fornendo le scuole delle necessarie attrezzature, dai banchi monoposto alle mascherine, e anche del personale aggiuntivi, anche se dovrà essere integrato. Il personale sarà presto invitato a svolgere test sierologici, comunque su base volontaria. E le classi in diversi casi non potranno superare il tetto dei 15 alunni, con enormi sacrifici per trovare una sistemazione agli altri. Con l’Unione europea che si accinge ad assegnare, probabilmente la prossima primavera, diversi miliardi i miliardi attraverso il Recovery Fund. Però tutti devono fare la loro parte. Non è possibile – conclude Pacifico – pensare di vanificare tutto, tornare alla didattica a distanza per tutti, per colpa de mancato senso civico. Per l’irresponsabilità che regna a livello personale e sociale”.