Nel quadro delle iniziative legate all’anniversario dell’assassinio di Libero Grassi, è stato presentato ieri presso il Palazzo Municipale di Terme Vigliatore (Messina) l’Osservatorio per la libertà di impresa. All’incontro è intervenuto il Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, Annapaola Porzio.
L’osservatorio ha fra le sue principali finalità il monitoraggio dei fenomeni di infiltrazione mafiosa nel capitale e nella gestione delle imprese e l’assistenza e il tutoraggio per gli imprenditori vittime di richieste estorsive ed usurarie. Prevede anche di gestire i fondi di prevenzione dell’usura e di fornire la necessaria consulenza per le aziende sovra indebitate.
L’associazione Fonte di Libertà, che ha promosso l’evento, con l’Osservatorio, vuole tutelare le imprese che insistono nel territorio che va dal comune di Barcellona Pozzo di Gotto fino a Oliveri, compresi i comuni interni e montani della provincia messinese.
Nel concludere i lavori del convegno, il prefetto Porzio ha elogiato l’iniziativa presentata che va nella direzione giusta: quella dell’affiancamento attivo, consapevole e responsabile delle imprese sane del territorio in un momento difficile successivo al lockdown. L’iniziativa è sinergica con le attività del Comitato di solidarietà del ministero dell’Interno e con il Fondo in favore delle vittime dell’estorsione e dell’usura per il loro rientro efficace, puntuale e definitivo nell’economia legale. Con iniziative come questa di danno le giuste risposte alle attività della “mafia imprenditrice”. «Sono al vostro fianco, ha dichiarato il prefetto, meritate tutta l’attenzione da parte delle Istituzioni che sanno contrastare e solidarizzare. E’ una risposta degna di uno Stato sociale di diritto».
Altro momento significativo della visita del prefetto Porzio in Sicilia è stata la partecipazione sabato 29 agosto alla commemorazione di Libero Grassi. Tra gli eventi promossi per non dimenticare il sacrificio dell’imprenditore palermitano, l’incontro della associazione Addiopizzo con i titolari del pub cafè Verdone di Bagheria che hanno subito una pesante intimidazione ambientale, ma hanno trovato il coraggio di denunciare con l’ausilio dell’associazione “Addio Pizzo” e delle Forze di polizia. Diversamente da Libero Grassi, infatti, i ragazzi del pub non sono stati lasciati soli. Da tempo, infatti, il pub ha ripreso la sua attività e molti cittadini di Bagheria, venuti a conoscenza del procedimento penale in corso, hanno ripreso a frequentare il locale per supportare i due giovani.
«La vicenda subìta dai giovani titolari di Bagheria – ha dichiarato il prefetto Porzio – costituisce un’ulteriore conferma che il movimento antiracket funziona quando ciascuno fa la propria parte e rafforza il ruolo fondamentale della società civile».