Le carceri sono un mondo dove convivono le giuste azioni sindacali a favore del delicato lavoro degli operatori penitenziari e le giuste azioni di protezione e di tutela dei soggetti detenuti. Ora, sebbene tutti i soggetti coinvolti a vario titolo nel mondo delle carceri siano già tenuti di per sé a muoversi in conformità dei principi costituzionali e delle normative in genere, manca, tuttavia, un soggetto veramente neutrale, manca una figura terza che si occupi solo ed esclusivamente dell’attuazione dell’art. 27 della Costituzione ed in particolare dell’attuazione dell’aspetto relativo alla rieducazione del condannato.
Sarebbe necessario istituire la figura del Garante della rieducazione del condannato, con il compito specifico di promuovere e stabilire anche d’intesa con altri organi e strutture, percorsi di istruzione, di formazione e di lavoro, nonché ove necessario percorsi di riabilitazione psicologica e psichiatrica, finalizzati al positivo reinserimento sociale del detenuto.
Ciò che potrebbe apparire a prima vista come una mera provocazione, potrebbe costituire invece un grande stimolo per concretizzare finalmente un aspetto della nostra Costituzione rimasto completamente inattuato e dimenticato.
Così in una nota Giuseppe Maria Meloni, portavoce di Piazza delle Carceri e della Sicurezza del cittadino.