La corsa a chiedere soldi all’Europa attraverso il Recovery Fund è già iniziata da settimane. Il governo regionale siciliano, però, pare aver dimenticato di iscriversi alla gara.
La scadenza entro la quale dovrà essere formulato dall’Italia il pacchetto di progetti per passarlo alla UE in modo da avere un anticipo del 10 percento – 20 miliardi – da mettere in manovra è fissata per giorno 15 ottobre.
«Mancano solo tre giorni alla scadenza; ma ancora a nessuno è nota la lista di progetti che la Regione intende presentare al governo nazionale. Cosa sta facendo Musumeci per la Sicilia? Ha proposto piani, progetti di investimento a Conte? Quanti sono i progetti per la Sicilia degli oltre 500 arrivati al CIAE? Invece di parlare del Ponte sullo Stretto, che nessuno farà mai, ha un piano B?»- attacca in una nota Gino Sturniolo di Antudo, la rete dei comitati territoriali per l’indipendenza della Sicilia.
E, in effetti, la gran parte del dibattito politico intorno al Recovery Fund si è concentrato in Sicilia sulla possibilità di inserire il progetto del Ponte. La tanto controversa proposta pare poi essere stata scartata.
«Il confronto su dove allocare quest’enorme massa di miliardi dovrebbe essere il principale argomento di discussione sui tavoli della Regione. Serve un piano strategico di sviluppo e rilancio per la Sicilia per affrontare la crisi post-Covid. Noi lo abbiamo: cura del territorio e investimenti su sanità e istruzione. Non ci importano treni ultraveloci o ponti per andare via dalla Sicilia più in fretta; ci interessano le infrastrutture e i servizi per restare qui» – conclude Sturniolo.