Coronavirus. Il coprifuoco, un male minore efficace o una minaccia ingiustificata alla libertà?

Le metafore marziali che hanno caratterizzato i discorsi delle Autorità (politiche e sanitarie) quando a marzo è stato imposto il lockdown, sono state ampiamente commentate e criticate. Se apparentemente queste enfasi liriche sono scomparse, il richiamo del guerriero immaginario rimane. A marzo si è parlato di “guerra” contro il Covid-19. Con l’avanzante ipotesi di nuovi lockdown, equiparati a dei coprifuoco, si rimane nello stesso stato d'animo bellico. Anche se i precedenti di coprifuoco si riferiscono a periodi molto marcati della nostra storia, in particolare la seconda guerra mondiale, oppure ci fanno pensare a varie parti del mondo dove le guerre sono in corso o sono finite poco tempo fa.

I confronti in merito andrebbero fatti con molta cautela visto che i coprifuoco durante la guerra prevedevano sanzioni contro chi non li rispettava molto ben diverse da quelle che abbiamo sperimentato durante il lockdown di marzo e aprile, e quelle che si potrebbero ipotizzare nel caso si arrivasse oggi ad alcuni coprifuoco. Ma esiste una “dimensione altamente traumatica” di un lockdown/coprifuoco in tempo di coronavirus che sarebbe bene non liquidare con facilità. E le domande che potremmo porci su alcune profonde concezioni del nostro funzionamento democratico hanno una certa legittimità. Anche in considerazione che forse stiamo imparando ad essere una nazione, per quanto questo (per l’intera Penisola isole comprese) possa rappresentare un azzardo storico, culturale, antropologico e sociologico. 
Spieghiamo. Prima della pandemia abbiamo vissuto declinando la nostra libertà a livello di individui, tali purché non provocassimo danni a beni e persone e per questo sovrani nelle nostre scelte. Ma siamo sicuri che oggi continuiamo ad esser tali nel momento in cui il Parlamento viene consultato solo per approvare le proroghe dell’emergenza e i vari provvedimenti/aiuti decisi dall’Esecutivo, e non per discutere di questi principi in sé? Nel momento in cui gli italiani vengono trattati come dei bambini privandoli di uscire la sera, privandoli della più elementare libertà (quella di andare e venire) e dicendo loro cosa fare e dove dovrebbero essere. Tutto questo con una contraddizione: quando si è trattato di votare per le elezioni regionali e comunali, nonché per il referendum sulla riduzione del numero di parlamentari, il lockdown è sembrato scomparire. A qualcuno, per esempio, è stata misurata la temperatura quando è entrato nel seggio per votare, così come avviene
nei negozi, nei musei, negli uffici pubblici e privati; e nelle sezioni elettorali c’erano le barriere in plexiglas per distanziare gli scrutatori e il presidente, barriere che invece troviamo in ogni luogo pubblico e privato perché imposte per legge? Né misurazione di temperatura, né barriere nelle scuole e nelle sezioni in cui abbiamo votato.

Verso dei coprifuoco, automaticamente effettivi ...
Queste domande si aggiungono ad altre sull'effettiva efficacia del coprifuoco. Tutti, comunque, non possono non riconoscere che si tratta senza dubbio di un male minore rispetto alla reclusione generalizzata, da un punto di vista economico, ovviamente, ma anche da un punto di vista sanitario poiché impedisce in particolare che le pratiche mediche non-Covid vengano in gran parte annullate. Tuttavia, la sua efficacia è difficile da prevedere. In particolare, è impossibile essere certi che la curva dell'epidemia sia significativamente modificata da tali provvedimenti (alcuni hanno osservato, ad esempio, che l'evoluzione dell'epidemia è stata più o meno la stessa in tutti i Paesi del mondo, indipendentemente dal grado di gravità delle decisioni che ogni singolo Paese ha scelto di adottare in primavera). Tuttavia, il calo dei contatti sociali serali e notturni aiuta inevitabilmente a rallentare la diffusione del virus, così come il lockdown primaverile ha notevolmente
"ammorbidito" l'ampiezza delle curve epidemiche.

Confronti complessi ma convergenti
Poiché il coprifuoco è nel contempo un lockdown in senso stretto (vale a dire il divieto di movimento) generalmente abbinato a molteplici altri provvedimenti (per esempio la chiusura delle frontiere), è difficile determinare se, da solo, l'impatto sull'epidemia potrà essere considerato incisivo e importante. Gli esempi che esistono restano di difficile interpretazione, soprattutto quando il coprifuoco è stato deciso contemporaneamente ad altre forme di lockdown.  Tuttavia, l'osservazione di alcuni esempi in tutto il mondo ci indica una probabile efficacia (1).

La contaminazione è sempre maggiore di notte?
Se vediamo i confronti, sebbene ancora complessi, il coprifuoco sembrerebbe efficace. Ma non è aleatorio farsi domande sulla rilevanza del targeting degli scambi notturni, visto che i dati epidemiologici ci indicano che i "focolai" sono più frequenti in aziende, centri sanitari, scuole.
La gestione di un'epidemia è complessa e si può immaginare che un singolo indicatore non sia sufficiente per comprendere questa complessità. Tanto più quando gli indicatori sono imperfetti anche se i tamponi che vengono effettuati sono sempre numericamente maggiori: dove si prende il virus? Alla mensa aziendale, durante una qualche movida, durante il fine settimana coi parenti, etc? Le domande sull’importanza del coprifuoco (un provvedimento del genere consentirà di limitare meglio di tutti gli altri la diffusione del virus?) non sono avulse, ma essendo la situazione complessa e senza una precisa risposta, forse non è il caso di farsi alibi dei focolai in aziende, centri sanitari e scuole per non considerare anche questo provvedimento. Una cosa è certa: non credere che il coprifuoco sia la soluzione e, quindi, è bene non limitarsi solo ad esso.

Gli italiani avrebbero abbastanza paura da rispettare il coprifuoco?
Al di là delle riflessioni sulla nostra democrazia e delle domande sulla sua efficienza sanitaria, è importante la questione dell'accettabilità del coprifuoco. Di fatto, più le persone hanno paura, più rispettano le indicazioni dell’autorità. E’ probabile che gli italiani abbiano meno paura del coronavirus oggi che non durante il lockdown, soprattutto per le conseguenze di una positività: in primavera, rispetto ad oggi, i morti erano molti di più in proporzione agli infettati. E da non sottovalutare una minore preoccupazione per il fatto che le attività economiche funzionano a ritmo maggiore che non durante il lockdown e che le scuole sono aperte. I meccanismi di difesa individuale si sono allentati e probabilmente gli appelli delle autorità sono presi in minore considerazione. Quindi è calata la percezione della pericolosità dell’epidemia, e i possibili effetti benefici dei sacrifici appaiono quindi meccanicamente minori.

La chiusura anticipata di bar, ristoranti, eventi culturali e sportivi ridurrà ovviamente le possibilità di uscire, facilitando il rispetto delle misure di allontanamento sociale. Ma le multe per chi non rispetta questi provvedimenti saranno sufficientemente dissuasive per chi desidera trascorrere la serata con amici o familiari? Infatti, è improbabile che i controlli saranno tali per milioni di persone, a meno che lo stato di emergenza sanitaria non si trasformi in una sorta di legge marziale. 

Le prossime settimane forse forniranno risposte a queste domande, soprattutto per la più importante di tutte, l'efficacia sanitaria dei lockdown notturni. Una efficacia che potrebbe giustificare da sola la messa in discussione delle libertà pubbliche che innegabilmente è in corso.  

NOTE
1 - In un recente articolo, dopo aver passato in rassegna le vicende di Melbourne (Australia) e Anversa (Belgio), il quotidiano Le Figaro conclude: “... sembrerebbe che il coprifuoco sia davvero una misura efficace nel senso che contribuisce, in una certa misura di scala, alla riduzione della circolazione del virus. L'istituzione di un coprifuoco consentirebbe quindi di evitare determinati raggruppamenti, compresi e in particolare i raduni serali. Ma il coprifuoco resta soprattutto una misura complementare alla mascherina e alle misure di allontanamento sociale. Quindi, secondo il presidente dell'Accademia di medicina Jean-François Mattéi, perché il coprifuoco sia realmente efficace, si tratta soprattutto di combinare il "lockdown individuale" (la mascherina), con il “lockdown parziale” (per città al di sopra della soglia di allerta) e "lockdown notturno", un termine "meno bellicoso e meno violento" per significare "coprifuoco". 

Vincenzo Donvito, presidente Aduc