Gli Stati Membri dell’Unione Europea hanno dichiarato di condividere e sostenere gli obiettivi della Strategia Europea per la Biodiversità al 2030 in occasione del Consiglio dei Ministri dell’Ambiente della UE, dando così un segnale positivo per la natura europea. La decisione è stata presa sulla scia di quanto evidenziato nel report sullo “Stato della Natura europea” – che ha rilevato come l’81% degli habitat europei si trovi in uno stato di conservazione inadeguato o sfavorevole e come oltre il 60% delle specie si trovi in uno stato inadeguato o sfavorevole – dal quale emerge chiaramente come la UE non sia sulla buona strada per frenare la perdita di biodiversità. Per invertire questa tendenza, il WWF chiede che si agisca con maggiore convinzione, come richiesto dalla Strategia Europea per la Biodiversità.
Il sostegno dato dai Ministri dell’Ambiente europei costituisce, secondo il WWF, un importante segnale di speranza proprio nella settimana in cui il Consiglio e il Parlamento europei hanno chiuso gli occhi di fronte alle situazioni critiche in cui si trovano la biodiversità e il clima e hanno espresso una posizione arretrata sulla Politica Agricola Comune (PAC).
“Questa è stata una settimana difficile per la natura dopo che il Parlamento e il Consiglio europei hanno deciso di sostenere un’inqualificabile posizione sulla PAC che inchioderà il nostro settore agricolo a seguire politiche “business as usual” per altri 7 anni”, dichiara Sabien Leemans, responsabile delle Politiche sulla Biodiverità dell’European Policy Office del WWF. “La decisione di oggi degli Stati Membri è un raggio di speranza. Gli impegni assunti per proteggere[1] rigorosamente almeno il 10% delle terre e dei mari della UE – incluse tutte le nostre foreste primarie e antiche ancora rimaste – e i target legalmente vincolanti per riqualificare la natura europea che saranno proposti il prossimo anno, possono cambiare le regole del gioco per la tutela della natura se vengono rapidamente implementati”.
È un segnale non positivo, invece, osserva il WWF, che i Ministri dell’Ambiente della UE non abbiano compiuto un reale passo in avanti sulla Legge sul Clima, ignorando il recente supporto dato dal Parlamento Europeo all’obiettivo del 60% di riduzione dei gas serra al 2030. Il WWF chiede che la posizione del Parlamento europeo venga presa in seria considerazione da parte dei Ministri dell’Ambiente in vista dell’imminente negoziazione per definire il testo di legge.
Antonia Leroy, responsabile delle Politiche Marine di WWF EPO aggiunge: “Il mare ha un ruolo chiave nel risanamento dei sistemi naturali e nell’azione per il clima, ma la sua capacità di assorbire le nostre emissioni è esaurita, mentre è agli sgoccioli la sua resilienza alle attività distruttive umane. Mentre gli Stati Membri della UE hanno compiuto un reale passo avanti con il sostegno dato alla tutela del 30% dei nostri mari, assicurando una protezione rigorosa al 10%, la loro lentezza sulla Legge sul Clima mette ancora a rischio la nostra economia blu”.
La Strategia europea per la Biodiversità al 2030 ha il potenziale per introdurre quella trasformazione indispensabile a fermare il declino della biodiversità.
Dopo il sostegno dato dagli Stati Membri alla Strategia, ora l’azione si deve focalizzare sulla sua implementazione. Sinora l’implementazione dei target per la conservazione della natura, per il suo risanamento e la sua ripresa è stata carente, lasciando che molte aree protette fossero considerate poco più che delle linee tracciate sulle carte.
Il WWF ritiene che le seguenti priorità debbano essere considerate fondamentali per gli Stati Membri:
· Fare del risanamento della natura e del clima la priorità dei prossimi 10 anni, sostenendo e implementando target legalmente vincolanti per recuperare almeno il 15% delle terre e dei mari europei
· Fare proprio e attuare pienamente l’obiettivo di proteggere almeno il 30% delle terre e dei mari, assicurando una tutela rigorosa di una quota di almeno il 10%, che includa anche la protezione delle rimanenti foreste primarie e antiche
· Migliorare l’effettiva gestione e l’attuale livello di protezione di tutte le aree protette, attualmente esistenti e di nuova istituzione
· Assicurare che la Strategia per la Biodiversità europea e i suoi target siano integrati in tutte le politiche a scala nazionale
Il WWF chiede, tra l’altro, che la Legge sul Clima contenga un target di riduzione di almeno il 65% delle emissioni di gas serra entro il 2030, siano cancellate le politiche incompatibili con gli obiettivi climatici, che le proposte siano valutate da un organismo scientifico indipendente e che si raggiunga la neutralità climatica entro il 2040.
[1] La Strategia Europea per la Biodiversità prevede un impegno a tutelare legalmente almeno il 30% delle aree terrestri e marine al 2030, prevedendo che almeno 1/3 delle aree protette (10% delle terre e dei mari europei) siano rigorosamente protette, il che significa che in queste aree i processi naturali sono essenzialmente lasciati indisturbati nel rispetto delle loro caratteristiche ecologiche.
Wild Wonders of Europe /Claudia Mueller / WWF