Roma – Il dato che fa registrare il 2020 è quello del sensibile calo delle denunce di scomparsa, in particolare durante il c.d. lockdown (-72,19% nel solo mese di aprile).
In questo periodo infatti (da marzo a maggio 2020) le denunce di scomparsa sono state in totale 1.645; hanno riguardato 754 minori (45,8%), 763 adulti (46,4%) e 128 anziani over 65 (7,8%). Le persone ritrovate sono state 1.107 ovvero il 67,3%. La percentuale più bassa di ritrovamenti si registra tra i minori stranieri (37%), mentre la percentuale di anziani è dell’85,9%.
Sono questi i dati del commissario del Governo per le Persone Scomparse, il prefetto Silvana Riccio, con riferimento al periodo in cui nel nostro Paese sono stati fortemente limitati i movimenti delle persone. Limitazioni che hanno evidentemente determinato una diretta incidenza sul numero di denunce del periodo che, se comparate con gli stessi mesi dell’anno precedente, fanno registrare consistenti diminuzioni.
Si tratta però di una diminuzione che, come avverte il Commissario Riccio, non deve portare a errori di valutazione: «quello degli scomparsi è un’emergenza sempre, anche se il numero dei ritrovati statisticamente cresce nel tempo».
Dal 1° gennaio al 31 ottobre le denunce di scomparsa sono state 11.254: di questi 6.277 hanno riguardato minori (42,3% quelli ritrovati), 4.931 gli adulti (66,6% quelli ritrovati) e 586 gli anziani over 65 (83,1% quelli ritrovati).
«La forbice tra scomparsi e ritrovati si restringe» ha dichiarato il prefetto Riccio analizzando gli ultimi dati sul fenomeno.
Elementi fondamentali per il ritrovamento delle persone sono il coordinamento con le prefetture e gli operatori sul territorio e la sensibilizzazione sul tema: «Agiamo su un terreno fatto di dolori, fragilità, tensioni, di sfumature psicologiche pesanti. E poi c’è l’opera di sensibilizzazione preziosa dei media. Come conta la collaborazione dei cittadini. La scomparsa non si risolve nel chiuso delle stanze».